Il pesto al mortaio migliore è quello di Emiliano Pescarolo

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Il pesto al mortaio migliore è quello di Emiliano PescaroloSi è svolto a Genova il Campionato mondiale di pesto al mortaio. Una curiosa manifestazione che è parte di un ambizioso progetto portato avanti dalla Regione Liguria, avente ad oggetto il riconoscimento del condimento quale patrimonio dell’Umanità Unesco

GENOVA – Sommozzatore, 40 anni, originario di Garbagnate Milanese ma residente da undici anni in Liguria. Sintesi di Emiliano Pescarolo, vincitore del settimo Campionato mondiale di pesto al mortaio che si è tenuto a Genova, nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Tra i cento concorrenti, di età compresa tra i 18 e gli 84 anni, alcuni arrivati persino da oltreoceano, ad aggiudicarsi il pestello d’oro del valore di 2.500 euro è stato proprio lui, scelto da una giuria composta dal Presidente dell’Associazione Palatifini e da 30 persone accuratamente selezionate fra cuochi professionisti, esperti di cucina, giornalisti e opinion leader di settore.

Il pesto preparato al mortaio da Pescarolo è stato giudicato “il migliore” secondo parametri calcolati in base a una scheda di valutazione, in possesso di ogni giudice: manualità, colore, finezza della macinatura, consistenza ed equilibrio tra gli ingredienti.

Sì, perchè nonostante di questa salsa, la seconda al mondo usata per condire la pasta (meglio di lei soltanto il sugo di pomodoro) esistano molteplici versioni, il vero “pesto alla genovese” si fa in un solo modo: con pestello e mortaio. Utilizzando esclusivamente gli ingredienti indicati nell’apposito Disciplinare: basilico genovese DOP della riviera ligure, olio extravergine di oliva DOP Riviera Ligure, parmigiano reggiano DOP, fiore sardo, aglio di Vessalico (Imperia), pinoli, sale marino delle saline di Trapani. Tutto il resto è  imitazione.

La “Settimana del pesto”

Il Campionato mondiale di pesto al mortaio è stato l’evento clou della ‘Settimana del Pesto’, organizzata da Regione Liguria, Camere di Commercio e Comuni per celebrare la salsa genovese per eccellenza con “pestate collettive”, degustazioni e dimostrazioni. Ma anche e soprattutto per raccogliere le firme a sostegno del progetto di candidatura del pesto genovese al mortaio a patrimonio dell’Umanità Unesco. Primo firmatario della petizione è stato Gianni Morandi, ospite di Genova lo scorso 2 marzo in occasione del concerto tenuto all’ Rds Stadium. Ma il numero delle sottoscrizioni ha già superato le 12.000 unità ed è destinato a crescere ancora. Perchè in tutta la Regione è molto sentita la partecipazione di supporto al percorso iniziato alla fine 2015 finalizzato a consacrare il Pesto Genovese quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

“Il pesto è un filo verde che ci unisce tutti“. La frase pronunciata dall’assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo a margine del campionato mondiale sintetizza perfettamente cosa sia il pesto per ogni genovese e per ogni ligure. Non un semplice condimento, ma molto di più: un simbolo della tradizione, un segno di appartenenza sociale, un sentimento popolare.

“Nel pesto sono racchiusi gli ingredienti del successo della nostra terra. Il sapore, la cura, la semplicità, il colore, la serietà e l’artigianalità con cui viene fatto il pesto rispecchiano le caratteristiche dei liguri”,  ha dichiarato il Governatore Giovanni Toti, presente nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale per assistere alla competizione.

Dello stesso pensiero il sindaco di Genova Marco Bucci: “Il mondo conosce il pesto e noi vogliamo che sia associato alla nostra terra. E’ un modo anche questo per veicolare la promozione turistica di Genova e della Liguria”.