Il Vittoriano apre le porte all’Espressionismo astratto di Pollock e della Scuola di New York

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mostra vittorianoROMA – La meravigliosa Ala Brasini di uno degli edifici simbolo della città eterna, si tinge dei colori astratti di un movimento artistico che ha costituito una rottura con le precedenti forme espressive, di cui è stato capostipite il leggendario Jackson Pollock. Io l’ho visitata per potervela raccontare.

Il mese di maggio del 1950 ha segnato un punto di svolta nel panorama artistico dell’epoca e ha lasciato un profondo solco nelle generazioni successive, proprio grazie alla rottura tra il Metropolitan Museum e gli esponenti della cosiddetta Scuola di New York, un folto gruppo di rivoluzionari che hanno sdoganato l’action painting facendolo divenire una scuola di pensiero. Sì perché l’Astrattismo, grazie all’intuizione di Pollock, evolve e si trasforma in azione primordiale, completamente impulsiva, nella quale il colore viene fatto colare direttamente sulla tela per poi essere mescolato, disegnato, schizzato tramite le mani o bastoncini o pennelli per dare origine a un linguaggio senza parole capace di colpire direttamente l’anima, l’emozione, l’irrazionalità. E proprio per questo essere sopra le righe e assolutamente fuori da ogni schema preesistente, gli Espressionisti astratti furono esclusi dalla grande mostra al Metropolitan dedicata all’arte contemporanea. Inutile dire che gli istintivi esponenti della Scuola di New York, capitanati dal carismatico Pollock, insorsero fino ad attirare l’attenzione del celeberrimo New York Times che pubblicò una foto del gruppo degli Irascibili, documento importante che segna la storia e che è presente in apertura e chiusura della mostra in corso fino a febbraio 2019 al Vittoriano.

Sono ben cinquanta le opere esposte, tutte provenienti dalla collezione del Withney Museum di New York, e raccontano al visitatore il percorso dei massimi esponenti dell’importante movimento che ha lasciato un fondamentale segno nell’arte statunitense per tutti gli anni Cinquanta e una scia indelebile nella cultura pop moderna, attraverso il particolare connubio tra espressività della forma e astrattismo stilistico.

L’ampia esposizione si sviluppa attraverso sei sezioni tematiche, la prima delle quali non poteva non essere dedicata al grande Pollock, primo artista americano senza alcun legame anagrafico con l’Europa, di cui sono presenti diverse opere tra cui il celebre Number 27, la grande tela lunga oltre tre metri e resa iconica dal perfetto equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari.

Jackson Pollock (1912-1956)
Number 27, 1950, 1950
Oil, enamel, and aluminum paint on canvas, 124,6×269,4 cm
Whitney Museum of American Art, New York; purchase 53.12
© Pollock-Krasner Foundation / Artists Rights Society (ARS), New York by
SIAE 2018

Affascinanti le foto e i brevi filmati del regista tedesco Hans Namuth, importanti documenti di come Pollock approcciava la pittura, lavorando sulla tela e stravolgendo le tecniche ordinarie.

Jackson Pollock (1912-1956)
Number 17, 1950 / “Fireworks”, 1950
Oil, enamel, and aluminum paint on composition
board, 56,8×56,5 cm
Whitney Museum of American Art, New York; gift
of Mildred S. Lee 99.59
© Pollock-Krasner Foundation / Artists Rights
Society (ARS), New York by SIAE 2018

Nella sezione a lui dedicata è presente anche un’opera di Lee Krasner, all’anagrafe Leonore, sua compagna di vita e moglie, a sua volta artista, donna in un mondo ancora prevalentemente di dominio maschile e per questo costretta a cambiare il nome di battesimo per renderlo più mascolino per far ascoltare la sua voce espressiva. La seconda sezione è dedicata a quel gruppo di artisti che hanno anticipato la Scuola di New York, tutti con profonde radici nella cultura europea.

Arshile Gorky ( c. 1902-1948)
The Betrothal, II, 1947
Oil and ink on canvas, 128,9×96,5 cm
Whitney Museum of American Art, New York;
purchase 50.3
© Arshile Gorky by SIAE 2018

Arshile Gorky, nato nel 1905 in Armenia ed emigrato negli Stati Uniti nel 1920, la cui arte congiunge la pittura astratta e il Surrealismo. William Baziotes, di origine greca ma cresciuto in Pennsylvania, che studiò Picasso e Miró la cui pittura si avvicina all’inconscio e all’onirico. Robert Motherwell, tra i fondatori della Scuola di New York, che sperimenta tecniche innovative come il collage e la stampa. Clyfford Still con le sue tinte accese e cromaticamente contrastanti. Mark Tobey, che si avvicina alla religione Bahá’í, culto monoteista di origine persiana, con i suoi quadri mistici e delicati, la cui trama presenta una fitta calligrafia che si esprime con la purezza del bianco. Richard Pousette-Dart con la particolare sperimentazione di materiali, mescolata a segni grafici derivati dalle culture primitive, e infine Bradley Walker Tomlin, tra i precursori, fin dai primi anni Quaranta, del nascente Espressionismo astratto.

Bradley Walker Tomlin (1899-1953)
Number 2 – 1950, 1950
Oil on linen, 137,2×106,7 cm
Whitney Museum of American Art, New York; gift
of Mr. and Mrs. David Rockefeller in honor of John
I. H. Baur 81.8

Della terza sezione è protagonista Franz Kline, maestro nel mescolare l’astrazione con la figurazione, opere le sue che sembrano voler prima nascondere e poi lentamente svelare richiami all’architettura di New York con i suoi grattacieli, ponti, strade, e dove l’espressione diventa più potente della realtà. La quarta sezione vede protagonisti invece gli artisti della smaterializzazione e della flatness del Color Field che anticipa il Minimalismo: Hans Hofmann, Ad Reinhardt, due donne Helen Frankenthaler e Grace Hartigan, Jack Tworkov, Theodoros Stamos, Al Held, Adolph Gottlieb, Philip Guston e infine Sam Francis, tutti anticipatori del Minimalismo e alcuni di loro della monocromia.

Ad Reinhardt (1913-1967)
Abstract Painting, Red, 1952
Oil on canvas, 76,5×38,1 cm
Whitney Museum of American Art, New York;
purchase, with funds from The Lauder
Foundation, Leonard and Evelyn Lauder Fund
98.16.1
© Ad Reinhardt by SIAE 2018

La quinta sezione è riservata a Willem de Kooning, voce fuori dal coro, mai completamente espressionista astratto perché, pur essendo vicino all’action painting, non abbandona mai la figurazione, conservando una componente realistica facilmente visibile. Il suo moto pittorico è concitato, la pennellata violenta e i colori acidi. Chiude la mostra Mark Rothko, di origine lettone, che interpreta l’Espressionismo astratto come un momento meditativo in cui emerge il pensiero, la lentezza, svelando il suo approccio mistico.

Adolph Gottlieb (1903-1974)
The Frozen Sounds, Number 1, 1951
Oil on canvas, 91,9×122,4 cm
Whitney Museum of American Art, New York;
gift of Mr. and Mrs. Samuel M. Kootz 57.3
© Adolph and Esther Gottlieb Foundation by
SIAE 2018

Ha bisogno di grandi superfici Rothko dove traccia pennellate estese di colore che disegnano rettangoli luminosi e vibranti, attraverso pochi e limitati tocchi, come se non volesse rompere un momento che per lui è di contemplazione, per lasciare che pervada nel dipinto la stessa pace che si percepisce nella quiete dopo la tempesta, nel silenzio dopo il caos.

Mark Rothko (1903-1970)
Untitled (Blue, Yellow, Green on Red), 1954
Oil on canvas, 197,5×166,4 cm
Whitney Museum of American Art, New York;
gift of The American Contemporary Art
Foundation, Inc., Leonard A. Lauder, President
2002.261
© 1998 Kate Rothko Prizel & Christopher
Rothko / ARS, New York by SIAE 2018

La meravigliosa mostra, assolutamente da non perdere, in corso al Vittoriano ha avuto il sostegno dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale, ed è stata prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice. Fondamentale anche il sostegno di Generali Italia attraverso Valore Cultura, il programma per promuove l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano.

POLLOCK E LA SCUOLA DI NEW YORK

Vittoriano-Ala Brasini
via San Pietro in Carcere, Roma
dal 10 Ottobre 2018 al 24 Febbraio 2019

ORARI
dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 19.30
il venerdì e il sabato dalle 9.30 alle 22.00
domenica dalle 9.30 alle 20.30

COSTI
Intero € 15,00 (audioguida inclusa)
Ridotto € 13,00 (audioguida inclusa)

CONTATTI
Tel.: 06-8715111
Sito web: www.ilvittoriano.com
www.arthemisia.it