Nell’arte contemporanea tutto ciò che in precedenza aveva costituito una linea esecutiva e stilistica ben definita viene sovvertito dalla completa libertà espressiva, interpretativa e rielaborativa in virtù della quale i nuovi autori riescono a dare un’impronta nuova e personale del loro approccio alla creatività. Tutte le correnti pittoriche inizialmente ben delineate e spesso accuratamente separate dalle altre, trovano pertanto nell’era moderna la possibilità di mescolarsi, entrare in sinergia mostrando le infinite possibilità rigenerative che da sempre appartengono all’inventiva e alla capacità evolutiva degli interpreti che lasciano nelle opere il proprio punto di vista sulla vita e sul mondo tanto quanto la loro visionaria capacità di oltrepassare le regole facendo trasparire un’essenza interiore che non può fare a meno di svelarsi nelle loro tele. La protagonista di oggi apre letteralmente il sipario su un universo poco conosciuto e raramente protagonista di opere d’arte, mescolando stili del passato e armonizzandoli al suo intento pittorico, svelando il suo atteggiamento nei confronti della vita e dell’arte.
Tra le rivoluzioni che si susseguirono nel periodo a cavallo tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo vi fu anche un aspetto inedito e fino a poco prima inammissibile, cioè quello di permettere a varie forme di creatività di unirsi generando di fatto un’unione tra artigianato e arte che fu precursore di tutte le successive sperimentazioni e interazioni dei decenni di inizio Novecento. L’Arts and Crafts nacque in Inghilterra con lo scopo di elevare alcune tecniche artigianali al livello dell’arte considerata maggiore o principale, e contestualmente di permettere alla pittura e alla scultura di apprendere nuovi approcci esecutivi appartenenti alle conoscenze artigiane; non solo, la necessità di valorizzare l’opera manuale rispetto all’avanzare dell’industrializzazione con conseguente produzione in catena di montaggio, indusse William Morris e tutti gli artisti aderenti al movimento, a prediligere una figurazione sinuosa, decorativa, con soggetti floreali, proprio per prendere le distanze dalla freddezza della produzione in serie. Il movimento si diffuse ben presto in tutta Europa assumendo un nome e caratteristiche diverse sulla base della nazione di provenienza degli artisti dando il via di fatto a un atteggiamento aperto e sperimentale nei confronti dei materiali e delle tecniche; poco dopo questo breve periodo di splendore artistico fu superato da ulteriori innovazioni che allontanarono il gusto del pubblico dalla pura estetica per entrare nel mondo del subconscio del Surrealismo, o nella scientificità esecutiva del Cubismo e poi nel distacco dall’osservato dell’Arte Astratta.
A uscire fuori dagli schemi di quel vivace periodo artistico furono però ancora una volta gli indipendenti, quegli autori che volevano raccontare un mondo ideale e immaginario dentro cui dare sfogo a un’indole spesso priva di preparazione accademica eppure in grado di fornire un punto di vista nuovo sul modo di fare arte; il movimento Naïf, in particolar modo alle sue origini, mise in luce una tecnica istintiva ma coinvolgente, forse proprio perché di semplice comprensione e immediatezza così come per le scene narrate, legate al mondo animale in particolar modo nelle tele di Henri Rousseau e di Antonio Ligabue, trasformando la pittura in affascinante viaggio all’interno di una dimensione inconosciuta ai più, così come agli stessi autori, e per questo esercitante un forte fascino sul grande pubblico.
L’artista romana Ada Pasta, pur avendo alle spalle un lungo percorso di formazione accademica e di insegnamento della storia e della tecnica artistica, approda a uno stile in cui, con la libertà interpretativa che contraddistingue i tempi moderni, mescola e reinterpreta le linee guida del Naïf per la particolarità di rendere protagonista delle sue tele il mondo dei fondali marini, quell’universo variopinto e affascinante troppo spesso lasciato ai margini della rappresentazione pittorica, forse proprio perché al di fuori dello svolgersi abituale dell’esistenza umana; non solo questo però, perché l’utilizzo del fondo nero, che da un lato corrisponde all’oscurità delle profondità marine ma dall’altro è funzionale a mettere in evidenza le vivaci tonalità cromatiche appartenenti alla flora e alla fauna dei fondali, richiama anche la tendenza della Pop Art di Andy Warhol in virtù della quale i personaggi rappresentati divengono assoluti protagonisti dell’opera mettendo in ombra qualunque cosa non si focalizzi sui soggetti principali. I personaggi nell’arte di Ada Pasta sono appunto pesci, coralli e flora marina che grazie al suo sguardo sognante divengono magici universi pieni di leggera allegria, di piacevolezza espressiva, quasi come se volessero mettere in scena uno spettacolo vivace e variopinto in virtù del quale farsi ammirare.
La particolarità delle già originali tele di Ada Pasta, ed è qui che il suo stile si lega alla sperimentazione Arts and Crafts, sta nell’utilizzo di molteplici materiali sia dal punto di vista strettamente pittorico, e dunque i pennarelli acrilici si sovrappongono al gesso e agli spray, sia da quello della finitura poiché per mescolare e lasciar fondere tra loro le differenti basi utilizza l’alcool e a volte la candeggina; ma soprattutto ciò che rende il suo lavoro e la sua vivacità creativa persino più originale è il ricamo con cui va ad arricchire la consistenza dei suoi protagonisti aggiungendo così uno spessore ulteriore alla vivacità cromatica e narrativa delle sue ambientazioni. La fantasia e il desiderio giocoso di dare una propria versione di quel mondo misterioso e incantato si uniscono così a un approccio assolutamente sperimentatore, che necessita di rompere gli schemi esecutivi inventando un inedito modo realizzativo, tanto quanto alla capacità di collegare tra loro i tre differenti stili artistici a cui attinge per dare vita al suo personale linguaggio espressivo.
All’innovazione del ricamo appartiene l’opera Nascosto nell’ombra dove primo attore è un divertente camaleonte che con lo sguardo sembra volersi prendere gioco dell’osservatore, convinto di ingannarlo provando a mimetizzarsi ma in fondo pavoneggiandosi per la bellezza di quella pelle color turchese-verde che Ada Pasta ha scelto di enfatizzare ricoprendola completamente con il suo sapiente utilizzo dell’ago e del filo, quasi come se gli avesse cucito addosso un abito per farlo scendere sul red carpet. Persino il ramo su cui si poggia cambia la sua essenza e assume l’aspetto di una carta da parati completamente affine per tonalità e per armonia, mentre lo sfondo nero funge da catalizzatore per la vitalità cromatica del personaggio principale. I dettagli sono minuziosamente curati, tanto quanto in tutta quella tradizione artigianale così cara agli appartenenti al movimento dell’Arts and Crafts. Nelle opere che appartengono al mondo sommerso, quei fondali ricchi di colori e di vita invisibile dalla superficie, emerge altresì tutta l’attitudine immaginativa, sognante e divertente dell’artista, come se ci si trovasse, osservando le sue opere, davanti a uno dei cartoni animati tanto cari a bambini e adulti di ogni età, perché in fondo la possibilità di lasciarsi trasportare al di fuori della contingenza nel regno delle possibilità rimane sempre il desiderio di chiunque.
A questa serie appartiene l’opera I colori del mare che Ada Pasta racconta in tutto il loro splendore, mescolando la sua forte impronta figurativa a un’incredibile abilità nell’uso del pennarello e della successiva diluizione attraverso la candeggina che dona al risultato finale quella leggerezza fluttuante perfettamente affine alla realtà dell’universo sottomarino; non può sfuggire quanto in quella rappresentazione vengano riprodotti elementi reali eppure narrati come se si fosse davanti a un paesaggio fiabesco, dove i fiori e le foglie verdi in virtù della fantasia dell’artista evocano una incisiva sensazione di fuga dal reale che contraddistingue la sua produzione artistica.
Nel dipinto Insieme la suggestione del buio è interrotta dalla presenza di una luce proveniente dall’alto, quasi il fondale fosse meno profondo e lasciasse filtrare i raggi del sole che non fanno che mettere persino più in evidenza la varietà delle tonalità dei coralli, delle alghe e delle piante, così come del vivace pesce che somiglia molto di più a un personaggio del film animato La Sirenetta che non a un abitante reale del fondo degli oceani. Ed è proprio questa la sensazione che si ha guardando le opere di Ada Pasta, che i personaggi possano improvvisamente cominciare a parlare e a cantare per far fuoriuscire dalla tela tutta la leggerezza divertente e semplice del mondo spontaneo in cui vivono, suggerendo all’osservatore che è esattamente nella dimensione fantastica che tutto può assumere un senso diverso da quello della realtà quotidiana, ed è solo in virtù della capacità di comunicare e porsi in ascolto della fantasia e dell’immaginazione che è possibile permettere al bambino dentro ogni adulto di continuare a sognare.
Ada Pasta, insegnante di Storia dell’Arte, disegno e disegno tecnico, ha frequentato diversi corsi di arte tra i quali quello di restauro libri e stampe antiche e ha partecipato a laboratori di pittura acrilica con l’artista Anna Maria Di Gaetano e di disegno a pastello con il pittore spagnolo Ruben Belloso Adorna; ha al suo attivo la partecipazione a mostre collettive in Italia e all’estero – Barcellona e Londra-.
ADA PASTA-CONTATTI
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The unusual marine and animal world by Ada Pasta, when Arts and Crafts meets Pop Art and winks at Naïf
In contemporary art, everything that had previously constituted a well-defined line of execution and style is subverted by the complete freedom of expression, interpretation and re-elaboration by virtue of which the new authors succeed in giving a new and personal stamp to their approach to creativity. All pictorial currents, initially well delineated and often carefully separated from the others, therefore find in the modern era the possibility of mixing, entering into synergy, showing the infinite regenerative chances that have always belonged to the inventiveness and evolutionary capacity of the interpreters who leave in their artworks their own point of view on life and the world as much as their visionary ability to go beyond the rules, revealing an inner essence that cannot help but reveal itself in their canvases. Today’s protagonist literally opens the curtain on a little-known universe rarely featured in works of art, mixing styles from the past and harmonising them with her pictorial intentions, revealing her attitude towards life and art.
Among the revolutions that took place at the turn of the 19th and 20th centuries there was an unprecedented and, until recently, unacceptable aspect, namely that of allowing various forms of creativity to come together, generating a de facto union between artisanship and art that was the forerunner of all subsequent experimentation and interaction in the decades of the early 20th century. Arts and Crafts was born in England with the aim of elevating certain artisanal techniques to the level of art considered major or principal, and at the same time to allow painting and sculpture to learn new approaches of execution belonging to craft knowledge; not only that, the need to value manual work over the advance of industrialisation with its consequent assembly-line production, induced William Morris and all the artists adhering to the movement, to favour sinuous, decorative figuration, with floral subjects, precisely to distance themselves from the coldness of mass production. The movement soon spread throughout Europe, taking on a different name and characteristics based on the artists’ nation of origin, giving way to an open and experimental attitude towards materials and techniques; shortly after this brief period of artistic splendour was overtaken by further innovations that moved the public’s taste away from pure aesthetics and into the world of the subconscious of Surrealism, or into the executive scientificity of Cubism and then into the detachment from observation of Abstract Art. However, it was once again the independents who broke out of the mould of that lively artistic period, those authors who wanted to narrate an ideal and imaginary world within which to give vent to a temperament that often lacked academic preparation and yet was able to provide a new point of view on the way of making art; the Naïf movement, particularly at its origins, brought to light an instinctive yet captivating technique, perhaps precisely because it was easy to understand and immediate, as well as the scenes narrated, linked to the animal world particularly in the artworks of Henri Rousseau and Antonio Ligabue, transforming painting into a fascinating journey into a dimension unknown to most, as well as to the authors themselves, and for this reason exerting a strong fascination on the general public.
The Roman artist Ada Pasta, although she has a long academic training and teaching of history and artistic technique behind her, arrives at a style in which, with the interpretative freedom that characterises modern times, she mixes and reinterprets the guidelines of Naïf for the peculiarity of making the world of the seabed the protagonist of her canvases, that multicoloured and fascinating universe too often left on the margins of pictorial representation, perhaps precisely because it is outside the usual course of human existence; not only this, however, because the use of the black background, which on the one hand corresponds to the darkness of the sea depths but on the other is functional in highlighting the vivid chromatic tones belonging to the flora and fauna of the seabed, also recalls Andy Warhol‘s Pop Art trend whereby the characters represented become the absolute protagonists of the work, overshadowing anything that does not focus on the main subjects. The characters in Ada Pasta‘s art are in fact fish, corals and marine flora that, thanks to her dreamy gaze, become magical universes full of light-hearted joy, of expressive pleasantness, almost as if they wanted to put on a lively and colourful show by virtue of which they can be admired.
The uniqueness of Ada Pasta‘s already original canvases, and it is here that her style links up with Arts and Crafts experimentation, lies in the use of multiple materials both from a strictly pictorial point of view, and thus acrylic markers are superimposed on chalk and spray, and from the finishing point of view, since she uses alcohol and sometimes bleach to mix and let the different bases blend together; but above all, what makes her work and her creative vivacity even more original is the embroidery with which she enriches the texture of her protagonists, thus adding further depth to the chromatic and narrative vivacity of the settings. Fantasy and the playful desire to give her own version of that mysterious and enchanted world are thus combined with an absolutely experimental approach, which needs to break the patterns of execution by inventing an unprecedented way of realisation, as much as with the ability to connect the three different artistic styles she draws on to give life to her personal expressive language.
The work Nascosto nell’ombra (Hidden in the Shadows) belongs to the innovation of embroidery, where the leading actor is an amusing chameleon whose gaze seems to want to play a trick on the observer, convinced that he is trying to camouflage himself but basically strutting about in the beauty of that turquoise-green skin that Ada Pasta has chosen to emphasise by completely covering it with her skilful use of needle and thread, almost as if she had sewn a dress on him to get him down the red carpet. Even the branch on which he rests changes its essence and takes on the appearance of a wallpaper completely similar in tone and harmony, while the black background acts as a catalyst for the chromatic vitality of the main character. The details are meticulously cared for, as much as in all that tradition of craftsmanship so dear to the members of the Arts and Crafts movement. In the works that belong to the underwater world, those backdrops rich in colour and life invisible from the surface, also emerges all the artist’s imaginative dreamy and amusing attitude, as if one were standing in front of one of the cartoons so dear to children and adults of all ages when observing her paintings, because after all, the possibility of allowing oneself to be transported beyond contingency into the realm of possibility always remains the desire of everyone.
To this series belongs the work I colori del mare (The Colours of the Sea) which Ada Pasta depicts in all their splendour, mixing her strong figurative imprint with an incredible skill in the use of felt-tip pen and subsequent dilution through bleach that gives the final result that fluctuating lightness perfectly akin to the reality of the underwater universe; one cannot fail to notice how real elements are reproduced in that representation and yet narrated as if in front of a fairy-tale landscape, where the flowers and green leaves by virtue of the artist’s imagination evoke an incisive sensation of escape from reality that distinguishes her artistic production. In the painting Insieme (Together), the suggestion of darkness is interrupted by the presence of a light coming from above, almost as if the seabed were shallow and allowing the sun’s rays to filter through, which only emphasises even more the variety of hues of the corals, algae and plants, as well as the lively fish that look much more like a character from the animated film The Little Mermaid than a real inhabitant of the ocean floor.
And this is precisely the sensation one gets when looking at Ada Pasta‘s artworks, that the characters can suddenly start talking and singing to let all the amusing and simple lightness of the spontaneous world in which they live come out of the canvas, suggesting to the observer that it is precisely in the fantasy dimension that everything can take on a meaning different from that of everyday reality, and it is only by virtue of the ability to communicate and listen to fantasy and imagination that it is possible to allow the child inside every adult to continue dreaming. Ada Pasta, a teacher of History of Art, drawing and technical drawing, has attended several art courses, including one for the restoration of antique books and prints, and has participated in acrylic painting workshops with the artist Anna Maria Di Gaetano and pastel drawing workshops with the Spanish painter Ruben Belloso Adorna; she has participated in group exhibitions in Italy and abroad – Barcelona and London – to her credit.
