Latte: per Confagricoltura servono misure uniformi nel territorio UE

133

La posizione di Confagricoltura per mantenere l’equilibrio del mercato lattiero caseario

latte

ROMA – Secondo Confagricoltura, la Commissione europea, sta entrando nell’ottica che le misure messe in atto finora che permettono di legiferare ai singoli Stati membri, non riescono ad equilibrare il  settore lattiero caseario UE, che vede peraltro l’eccesso di produzione in alcuni Paesi, senza una sufficiente esportazione, con conseguente disequilibrio del mercato interno a discapito delle nazioni e dei territori meno competitivi.

Così la Confederazione italiana di Agricoltura ha fatto sapere:

“Prendiamo atto della positiva apertura del commissario Hogan per il controllo della produzione con finanziamenti dall’Unione Europea per migliorare l’equilibrio domanda-offerta.

Ed ha aggiunto: “Le discussioni del Consiglio Agricoltura sembrano andare nella giusta direzione per prevedere misure utili ad attenuare la grave crisi di mercato del settore lattiero caseario”.

“È impensabile – prosegue Confagricoltura – continuare a prevedere finanziamenti e misure a sostegno del settore lattiero caseario differenziate tra Stati membri. Applicare la misura dell’articolo 222 in maniera disomogenea sul territorio comunitario rischia di favorire le produzioni delle aree maggiormente vocate, a discapito di quelle che devono affrontare costi di produzione più elevati, ma che risultano fondamentali per il mantenimento del tessuto socio economico”.

É questa la posizione discussa anche in sede del think tank Farm Europe e che Confagricoltura ha sostenuto con successo in sede Copa, contro gli orientamenti dei Paesi membri che continuano a preferire misure diversificate per le diverse realtà produttive.

Quindi conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli:

“Attendiamo ora il Consiglio Agricoltura del 18 luglio per valutare in concreto le misure che verranno decise dalla Commissione, auspicando un intervento anche sugli altri settori in grave difficoltà, come quello dell’ortofrutta, dei suini e delle carni bovine”.