Meeting industry, la situazione dell’Italia secondo l’ICCA

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claudio honnegger

Balzo in avanti dell’Italia che guadagna tre posizioni rispetto al 2019 e si piazza al terzo posto dietro a Stati Uniti e Spagna

Il mercato della meeting industry prosegue la sua fase di ripresa tanto in Italia quanto nel resto del mondo. Il 2022 può essere visto come l’anno della svolta, quello in cui sono cadute anche le ultime restrizioni e c’è stato il ritorno a tutti gli effetti agli eventi in presenza. Andando ad analizzare il settore di congressi e convegni i dati riguardanti sono più che mai positivi. Dopo due anni di assenza, infatti, l’ICCA – International Congress and Convention Association è tornata a pubblicare la classifica dei paesi e delle città che hanno ospitato il maggior numero di congressi e convegni nel 2022. Un ranking che vede l’Italia balzare sul podio e salire al terzo posto dietro solo a Stati Uniti e Spagna. Un netto salto in avanti rispetto al sesto posto dell’ultima classifica del 2019 (ultimo anno non afflitto dalla pandemia) che ha permesso all’Italia di mettersi alle spalle Germania, Francia e Regno Unito. Sono stati 690 gli incontri ospitati negli Stati Uniti che si confermano al comando, 528 in Spagna e 522 in Italia dove il ritorno ai numeri del 2019, quando i convegni furono 550, è sempre più vicino. Se poi si passa ad analizzare la classifica delle città, Vienna guadagna 5 posizioni e con 162 eventi congressuali ospitati guida il ranking davanti a Lisbona che, con 144 incontri, si conferma seconda e Parigi che dal primo posto del 2019 scivola al terzo con 134 eventi. Due le città italiane nelle prime 20 posizioni, sono Roma al 14° posto con 79 eventi congressuali e Milano al 18° con 66. Segno che il comparto del MICE italiano sa coinvolgere diverse città, oltre alle due metropoli, vanno segnalate anche Bologna, Firenze e Torino rispettivamente al 35°, 60° e 70° posto.

“Il terzo posto dell’Italia nella classifica mondiale è un chiaro segnale di come il mercato degli eventi si sia ormai messo alle spalle il periodo pandemico – spiega Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia, azienda specializzata nell’organizzazione di eventi e forum B2B – Un’accelerazione innescata anche grazie alla voglia delle persone di tornare a incontrarsi fisicamente. Tra settembre e novembre Richmond Italia ha, infatti, in programma undici eventi che toccheranno diversi argomenti tra cui il mondo della logistica, il mercato dell’e-commerce e quello dell’energia. Tra gli appuntamenti del 2024, invece, è importante sottolineare il forum dedicato all’intelligenza artificiale che permetterà di esplorare questa nuova frontiera destinata a rivoluzionare il mondo del business”.

Le prospettive restano rosee anche se si allarga lo sguardo a tutto il settore degli eventi. I dati rilevati dall’OICE – Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi confermano che nel 2022 la meeting industry italiana ha registrato una solida ripresa, recuperando oltre il 70% degli eventi realizzati nel 2019, l’ultimo anno di riferimento prima dell’esplosione della pandemia. Il gap non è stato ancora del tutto colmato principalmente a causa di due fattori: il protrarsi dell’emergenza Covid-19 e l’invasione russa in Ucraina. Nonostante questo in Italia sono stati realizzati complessivamente 303.689 tra congressi ed eventi business, con un aumento pari al 251,3% rispetto al 2021. Abbastanza netto il divario geografico con il Nord, che ha ospitato il 59% degli eventi, contro il 24,4% del Centro, il 10,4 del Sud e il 6,2% delle isole. La ricerca ha visto la partecipazione di 474 sedi di eventi, la maggioranza delle risposte è arrivata dalle sedi fieristico congressuali (il 44,7%), dai centri congressi (il 37,7%) e dalle sedi istituzionali (il 19,8%). Sono stati considerati tutti gli incontri (totalmente in presenza o ibridi) della durata di almeno 4 ore e con un minimo di 10 partecipanti, realizzati allo scopo di condividere idee e conoscenze, condurre affari o socializzare. Una crescita globale destinata a raggiungere cifre record nei prossimi cinque anni. Secondo Statista, infatti, il mercato degli eventi passerà dagli 887 milioni di dollari del 2020 ai 2,194 miliardi previsti per il 2028.

“L’incontro in presenza resta fondamentale, ma negli ultimi anni la tecnologia ha cambiato e migliorato notevolmente la meeting industry grazie all’equilibrio trovato tra mondo reale e mondo digitale – prosegue Honegger – Per gli eventi di Richmond Italia, ad esempio, utilizziamo un software che mette in relazione gli interessi dei partecipanti in modo da favorire incontri e stimolare confronti dai quali potrebbero nascere nuove partnership”.

Sempre secondo l’OICE i primi sei mesi del 2023 fanno pensare che entro fine anno sarà colmato il gap con il 2019 e non è da escludere la possibilità di superare il livello pre-pandemico. Buone prospettive anche per il fatturato: il 52,7% delle sedi che hanno partecipato alla rilevazione compilando completamente il questionario prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022 del loro fatturato complessivo riferito agli eventi e ai congressi mentre il 41,6% ritiene che il fatturato resti stabile.