Parliamo di “Could You Lend Me a Smile” il brano di MIIST che ha trovato la traduzione in tutto il mondo. Ben 15 lingue diverse e altrettanto versioni rese personali da ogni artista chiamato a collaborare. Anche l’Italia fa il suo e in causa è stata scelta la splendida voce della cantautrice di Pescara Federica Di Marcello in arte Marlò. Un brano che diviene manifesto sociale (quasi politico), inno di speranza a riconnetterci per davvero a tutto ciò che c’è di vero e di importante nella vita di ognuno di noi. A volte basta poco, un sorriso, un briciolo di tempo da sottrarre al caos di ogni giorno. Nella versione di Marlò (anche ricca di un video girato per il centro di Bologna), tutto questo sa anche di quella sospensione pop di delicatissima pace.
Parliamone con MIIST. Partiamo da una domanda forse semplice, ma fondamentale: credi che la nostra società abbia perso il valore autentico della gentilezza, di un sorriso offerto senza un motivo preciso?
Assolutamente sì. È qualcosa che notiamo ogni giorno. Poco tempo fa eravamo a Pismo Beach, in California, e poi a Roma: due luoghi meravigliosi, eppure, camminando per strada, era raro incrociare un sorriso. Rarissimo, ad esempio, che qualcuno ti tenesse la porta aperta, o che dicesse “grazie”, “mi scusi”. A Roma abbiamo trovato per terra una borsa: dentro c’erano documenti importanti, il passaporto, carte di credito. Abbiamo contattato la proprietaria e scoperto che era stata derubata. Quello che mi colpisce è quanto oggi l’indifferenza sembri normale. Come se essere freddi o egoisti fosse un modo per sentirsi forti. Io credo l’opposto: ci vuole una forza immensa per essere gentili, restare umani anche nei momenti difficili, offrire un sorriso sincero, fosse anche solo per pochi secondi, a uno sconosciuto.
In un mondo che ci spinge ad essere competitivi e sempre più distanti l’uno dall’altro, come riesci a mantenere saldo il tuo desiderio di connessione?
Non è facile, lo ammetto. Anche per me, ci sono momenti in cui tutto sembra troppo. Ma quando ho scritto “Could You Lend Me a Smile”, mi sono imposta una piccola grande sfida quotidiana: cambiare il mio mondo, quello intorno a me, partendo da gesti minuscoli ma autentici. Sorridere, fare qualcosa di buffo, essere gentili. La scienza ci dice che l’altruismo rende davvero felici, ma la società ci spinge altrove. Da lì è nato il progetto “15 Seconds to Change Your World”. Perché è davvero così: basta pochissimo tempo per cambiare la giornata a qualcuno. Abbiamo solo bisogno di ricordarcelo.
La tua canzone è diventata un messaggio globale, tradotta e reinterpretata in tante lingue. Come ti senti nel vederla viaggiare così lontano, anche attraverso voci come quella di Marlò?
È qualcosa che mi commuove. Le traduzioni sono state una sfida enorme. Non bastava solo trovare voci belle: servivano persone che credessero nel progetto, che ne sentissero il cuore. Non tutte le lingue esprimono le stesse sfumature emotive: a volte, un concetto semplice come “sorridere a uno sconosciuto” cambia completamente significato. Ma ce l’abbiamo fatta. E Marlò… che dire? L’ho incontrata di persona durante le riprese del video italiano. Ha una voce che racconta, che accarezza. È riuscita a portare nella sua lingua non solo le parole, ma tutta la fragilità e la forza di questo brano. La adoro.
Anche questa domanda pare banale ma penso nasconda una storia importante. Come nasce la canzone?
È nata da un pugno allo stomaco. Ho letto la storia vera di un ragazzo giapponese di appena vent’anni, trovato morto nel suo appartamento, solo. Nessuno si era accorto della sua assenza. Nessuno. Mi ha scosso profondamente. Ho cominciato a immaginare la sua vita: camminava per strada, circondato da migliaia di persone… eppure nessuno si è mai fermato a guardarlo, a donargli un sorriso? È lì che ho capito che non potevo restare in silenzio. Dovevo scrivere questa canzone.
E poi con Marlò: dall’Abruzzo al resto del mondo. Come a dire: anche dalla provincia si può fare tanto. L’incontro con MIIST che cosa ti ha regalato?
C’è voluto un po’ di tempo ma dopo anni vissuti fuori dall’Abruzzo, ho capito che con impegno e visione le cose belle si possono fare “da ovunque”.
L’incontro con Miist mi ha regalato speranza, senza voler essere melensa ma, incontrare un’anima così pura nei suoi intenti mi ha commossa.
Da questo brano si sta seminando altro per il futuro?
Sono convinta che ogni esperienza sia un modo per seminare qualcosa e per innescare scintille nuove, quindi mi sento di dire di si. Mi auguro che gli incontri nati grazie a questo progetto possano portare cose nuove e belle.
È una canzone che in qualche modo farai tua anche per i prossimi live o per un disco?
“Basta un tuo sorriso” è una canzone che amo moltissimo cantare, altrimenti non avrei potuto registrarla in nessun modo, quindi si, sicuramente la canterò dal vivo in ogni occasione possibile. Tutto il resto, eventualmente, si vedrà strada facendo.
Ad ascoltarla trovo sia molto tua… è una canzone che potrebbe benissimo far parte del tuo ultimo disco. Ci hai pensato? L’hai lavorata in quest’ottica e con gli stessi musicisti?
La sento moltissimo si, altrimenti, come dicevo prima, non avrei potuto registrarla e per onestà intellettuale non avrei nemmeno potuto partecipare al progetto se non l’avessi trovata in linea con me.
Quando l’ho ascoltata la prima volta ho pensato che fosse totalmente nelle mie corde e quando l’ho cantata ho provato il piacere fisico che dovrebbe dare ogni canzone che si sceglie di cantare; per me le canzoni si scelgono grazie a quell’impulso li.
Le mie voci sono state registrate da Piero Garone in Abruzzo, il pianoforte suonato da Vito Arantes Mathias e il lavoro di editing e master è stato fatto dal team di Miist ed anche questo è stato bellissimo per me, lavorare con persone che non conoscevo e restare piacevolmente stupita che il risultato finale fosse esattamente come speravo. Sono stati tutti bravissimi ed io sono grata.
https://open.spotify.com/intl-it/track/2CsFk1cJ63vT2k94FPnn5x