Monica Conforti, tra Art Decò e Surrealismo per raccontare il mondo delle donne

421

fiori e fumettoLa donna è da sempre stata musa ispiratrice degli artisti di tutto il corso della storia dell’arte, dall’epoca più classica alla moderna per finire a quella contemporanea. Il rappresentarla in modo più o meno iconico, più o meno idealizzata, ha reso testimonianza dell’evoluzione stessa del mondo femminile nel corso dei secoli che si sono succeduti. La protagonista di oggi sceglie di celebrarla raccontandola con un suo personalissimo stile pittorico.

Negli anni Venti del Novecento si è diffuso a livello mondiale un movimento culturale, che ha coinvolto molteplici forme artistiche – dall’architettura alla decorazione d’interni, dalla pittura alla moda – e che si poneva come missione la celebrazione e il ritorno alla vita dopo le brutture del primo conflitto mondiale. L’Art Decò ha lasciato una profonda traccia, parlando dal punto di vista pittorico, soprattutto grazie alle splendide opere della polacca Tamara de Lempicka, donna forte e volitiva che è stata tra le pioniere della contaminazione dell’arte e della sinergia con altre forme di creatività, come i manifesti di moda e le copertine delle riviste per le quali il suo stile era particolarmente richiesto. Donna che descriveva le donne di quel particolare periodo storico, affascinanti, misteriose, di classe, è stata una voce unica nel panorama artistico dedicato a quello stile che è rimasto più isolato nella pittura pur dando l’avvio alla grafica pubblicitaria che a esso si è ispirato. Monica Conforti, marchigiana da sempre nell’ambito della moda pur tralasciando l’amore per la pittura, si ispira alla de Lempicka ma ne personalizza lo stile che si trasforma prendendo spunto e ispirazione anche dai grandi occhi degli orfanelli di Margaret Keane, a sua volta grande artista rimasta per molto tempo all’ombra del marito ma poi affrancatasi dichiarando al mondo l’autorialità delle sue opere. Donne dunque che hanno lottato per affermarsi in un mondo ancora troppo maschile, che hanno aperto l’arte ad altre forme espressive, più moderne e disponibili a interagire con altri linguaggi; donne da cui la Conforti trae spunto per raccontare il nuovo modo di vivere la femminilità in una contemporaneità più semplice ma tuttavia complessa sotto altri punti di vista.

viso e mandala
1 Viso e Mandala

Ecco perché nelle sue opere introduce l’elemento surreale, quel porre le sue protagoniste sospese in un mondo sognante in cui la natura, in particolare i fiori, sembrano essere il mezzo per ammorbidire la realtà quotidiana, per esprimere una delicatezza che spesso deve essere messa a tacere per indossare l’abito di un’indipendenza che non concede spazio alle debolezze.

ortensie stellate
2 Ortensie stellate

L’elemento Surrealista diviene spunto di meditazione, un universo in cui rifugiarsi e che funge da pausa, da fuga momentanea dal vivere, un luogo di mezzo tra tutto ciò che è e ciò che le donne ritratte nelle opere della Conforti sognano di essere.

grandi occhi
3 Grandi occhi
visi e ortensie
4 Visi e ortensie

Nell’opera Grandi Occhi la protagonista sembra volersi quasi nascondere, nella delicatezza dei suoi lineamenti sottili, dietro il mazzo di fiori davanti a sé da cui fuoriescono prorompenti i suoi grandi occhi, quelli attraverso i quali manifesta la sua perplessità, la sua timidezza velata da un piglio sicuro che in realtà non ne copre le insicurezze; e ancora in Visi e Ortensie i fiori fanno da barriera tra le due donne che si studiano da lontano incerte se aprirsi e allearsi o se diffidare e competere, come spesso accade nella realtà in cui la fiducia nel mondo femminile viene spesso compromessa da atteggiamenti inutilmente antagonisti che impediscono di sviluppare le energie positive di sostegno e solidarietà che invece potrebbero generarsi.

senso 1
5 Senso 1

Racconta di un momento di introspezione l’opera Senso 1, in cui la protagonista è di spalle, galleggiante tra i morbidi petali delle ortensie che sembrano avvolgerla per stimolarne la riflessione, quel meditare su una se stessa che non può mostrarsi e dunque ha bisogno di volgere il capo guardando verso un punto indefinito davanti a sé, o forse dentro di sé, lontana dagli occhi dell’osservatore.

ninfa
6 Ninfa

Il medesimo concetto di bisogno di proteggere la propria interiorità da tutto ciò che è esterno è evidente anche nell’opera Ninfa, in cui la donna è eterea, indefinita, perché nel momento in cui Monica Conforti sceglie di rappresentarla ciò che predomina è la sua essenza, quell’essere impalpabile fatto di anima che fuoriesce solo da un attento ascolto delle emozioni più profonde, che si possono affrontare nell’attimo di intimità, quando il mondo è chiuso fuori e la mente può entrare in connessione con l’universo parallelo delle sensazioni, dei sogni, del sospeso che spesso si lascia indietro, oltre il muro della concretezza; anche in questo caso le ortensie, fiore simbolo dell’artista, delineano l’immaginario, l’onirico, l’energia sottile che emerge solo quando si sceglie di prestarvi attenzione. Monica Conforti predilige l’acrilico e la tecnica mista come mezzi espressivi prediletti, pur utilizzando anche l’olio quando l’opera lo richiede; nel corso del suo recente ritorno all’arte come manifestazione creativa, ha partecipato a molte collettive su tutto il territorio nazionale, ha vinto riconoscimenti importanti e le sue opere sono state inserite in diverse riviste di settore.

MONICA CONFORTI-CONTATTI
Email: monica.conforti1967@libero.it
Facebook: https://www.facebook.com/monica.conforti.338