ROMA – Sono 61 i siti oscurati dai carabinieri dei Nas nel 2022 nell’ambito dell’attività di contrasto al cybercrime farmaceutico finora condotta: si tratta di siti internet attivi e raggiungibili anche dall’Italia, che offrivano all’utenza diverse tipologie di medicinali, tra i quali anche alcuni pubblicizzati come anti-Covid, e vari prodotti in violazione delle vigenti disposizioni.
Ancora una volta, affermano i Nas in una nota, “si invitano i cittadini a diffidare delle offerte in rete di medicinali e prodotti non autorizzati o di dubbia provenienza, mettendoli in guardia sui gravi rischi per la salute”. Anche dopo la cessazione dello stato di emergenza e la progressiva riduzione delle misure emergenziali, affermano i Nas, “il mercato virtuale veicolato dalla rete internet continua a confermarsi un’importante fonte di commercio e approvvigionamento di farmaci a uso umano, molto spesso non autorizzati, con claim accattivanti e asseritamente vantanti proprietà in grado di prevenire e curare diverse patologie”.
Oltre a una serie di farmaci recanti varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, nonché vendibili solo in farmacia, tra cui alcuni riconducibili al trattamento della disfunzione erettile, sulle vetrine virtuali dei siti oscurati erano offerti medicinali correlati alla cura del COVID-19, a base di principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego clinico o sperimentale.
Rilevata, infatti, la presenza dell’ivermectina, per la quale l’EMA, nel marzo 2021, ha emanato una nota con cui raccomanda di non utilizzare il principio attivo per la prevenzione o il trattamento di Covid-19 al di fuori degli studi clinici, dell’antibiotico azitromicina, rispetto al quale l’AIFA ha fornito ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione, degli antivirali lopinavir/ritonavir e dell’antimalarico idrossiclorochina, in merito ai quali l’Agenzia regolatoria ha emanato puntuali raccomandazioni circa l’utilizzo off label.