Nuovi eroi dei fumetti e sguardo ironicamente irriverente nella Pop Art di Andreas AnDi Ditzer (IE)

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Il mondo del fumetto non si è legato molto frequentemente a quello dell’arte, sebbene vi siano stati alcuni esempi in cui le due espressioni creative si siano unite e abbiano trovato una splendida connessione; nonostante l’immediatezza e la riconoscibilità di personaggi noti al grande pubblico, questa unione non è una strada molto battuta dagli artisti contemporanei. Il protagonista di oggi invece ne fa la caratteristica principale della sua produzione grazie alla quale è facilmente e immediatamente identificabile.

Intorno alla metà degli anni Cinquanta del Ventesimo secolo, un grafico pubblicitario di origini slovacche rispondente al nome di Andy Warhol, ebbe la geniale intuizione di introdurre nell’arte icone e simboli della vita quotidiana della popolazione statunitense, alle prese con prodotti di largo consumo, con l’esplosione della passione per il cinema che divenne un momento di aggregazione generando icone da prendere come esempio e modello, e con un nuovo benessere economico grazie al quale si stava affermando una classe media non abbastanza istruita e colta da essere in grado di avvicinarsi all’arte intesa nel senso più tradizionale. Soprattutto con l’avvento, negli anni precedenti alla nascita della Pop Art, di correnti pittorici ermetiche, criptiche, necessarie a distaccarsi dalle forme artistiche classiche ma al contempo assolutamente distanti da tutto ciò che l’occhio potesse riconoscere, l’ambiente intellettuale e culturale si era allontanato dal pubblico più ampio che restava sempre più distante. Il movimento teorizzato e fondato da Andy Warhol si propose dunque la missione di raccontare, attraverso opere serigrafiche, e dunque con un prezzo decisamente più accessibile anche alla nuova classe media emergente, i simboli e le icone di quell’epoca riavvicinandosi alle persone comuni: la Zuppa Campbell’s, la Coca-Cola, Marilyn Monroe, Elisabeth Taylor e via dicendo fino ad arrivare anche a Mickey Mouse, unico personaggio dei fumetti protagonista delle opere di Warhol. Accanto al padre fondatore della Pop Art vi fu un altro grande rappresentante di questo rivoluzionario movimento pittorico, che scelse invece proprio il mondo del fumetto per contraddistinguere le sue tele che lo hanno consacrato all’immortalità: Roy Lichtenstein. Il suo puntinismo di base era necessario per creare lo scenario perfetto ai volti ritratti, alle espressioni onomatopeiche tipiche delle sue opere, e all’impatto sull’osservatore che si sentiva a proprio agio ammirando qualcosa che il suo occhio era già abituato a guardare tra le pagine dei fumetti. Un altro grande artista Pop a sua volta dedicò numerosi ritratti ai nuovi eroi dei cartoni animati, Steve Kaufman, grazie al quale anche Superman e Spiderman entrarono a loro volta di diritto nelle gallerie d’arte. L’austriaco Andreas Ditzer, in arte AnDi, riprende il tema che aveva reso grandi i suoi predecessori riadattandolo però ai nuovi eroi dei comics di cui mostra il lato umano, ironico, dissacrante, rendendoli così molto più vicini agli uomini e alle donne della società contemporanea. La capacità irriverente di Ditzer di prendere in giro i Supereroi svela uno sguardo attento sui vizi e le virtù dell’uomo moderno, mettendo a nudo l’innegabile realtà che, nonostante l’apparenza di invincibilità e di infallibilità che tutti tendono a mostrare e con cui vorrebbero identificarsi, alla fine devono sempre e comunque fare i conti con gli errori, le cadute, le vicissitudini e a volte le ingenuità che fanno parte della vita quotidiana.

saluti
1 Saluti

Il racconto che AnDi fa degli episodi tragicomici dell’individuo contemporaneo non è pesante, è sempre filtrato attraverso lo sguardo divertito e a volte pungente che non può che indurre l’osservatore a vedere il lato comico dei protagonisti delle sue tele, ma poi, in un secondo momento, a riflettere su se stesso e sulle circostanze che appartengono alla sua esistenza e a quella di chi fa parte del suo mondo.

tor zur seele
2 Tor zur Seele (Porta dell’anima)
superheros
3 Superheroes (Supereroi)

Non solo, Ditzer osserva anche quelle piccole manie, quei lievi tic che inconsciamente vengono ripetuti fino a far parte della normalità di ciascuno e che possono essere visti come stranezze da parte di qualcun altro, proprio per sottolineare la diversità e la disomogeneità delle essenze che appartengono a ogni individuo, e le fa raccontare da un Batman colto nel momento in cui si lava i denti, da un Superman che si mette le dita nel naso o da Wonderwoman mentre non riesce a trattenersi dal darsi una grattatina alla natica, forse infastidita dall’elastico del suo succinto costume.

minnie mouse
4 Minnie Mouse

E ancora a Minnie affida il compito di rappresentare l’essenza femminile più tentatrice, quella in grado di divenire persino diabolica quando c’è in gioco la conquista, che sia quella di un uomo che di un obiettivo professionale, essenza che viene enfatizzata non solo dalle corna e dalla coda da diavoletta ma anche dal suono onomatopeico che sovrasta l’intera tela, quel Bam che sottolinea la temibilità di una donna che si è posta un obiettivo da raggiungere a qualunque costo.

kiss of death
5 Kiss of Death
6 Love beyond death
6 Love beyond death

In Kiss of Death (Il bacio della Morte) l’artista, nel suo abituale modo leggero e fumettistico, vuole affrontare il delicato tema delle relazioni pericolose, quelle che conducono una delle due parti alla sofferenza e alla distruzione interiore, e che spesso giungono fino a conseguenze estreme e inaspettate; tanto quanto invece in Love beyond Death (L’amore oltre la morte) desidera narrare di quegli amori che sopravvivono a qualunque cosa, persino al trapasso definitivo. In quest’opera infatti i due protagonisti sono sorridenti, complici, consapevoli che qualsiasi evento non potrà separare le loro anime.

die macht der stiftes
7 Die Macht der Stiftes

L’amore, la vita, la morte, i difetti, gli episodi comici del vivere contemporaneo, la libertà di parola e di stampa che contraddistinguono la tela Die Macht der Stiftes (La forza della penna), la diversità, tutti temi che fuoriescono dalle tele di Andreas Ditzer solo dopo uno sguardo più approfondito, che non si ferma all’esteriorità della forma, bensì che coglie quella sensibilità artistica e interiore che viene abilmente nascosta dietro un sorriso, dietro l’ironia e la tendenza alla comicità che contraddistinguono questo particolare ed entusiasmante artista. Nel corso della sua carriera Andreas Ditzer ha esposto in numerose mostre collettive a Vienna e da qualche anno partecipa al Vienna Art Market, importante appuntamento annuale austriaco per l’arte contemporanea riscuotendo grande successo di pubblico.

ANDREAS DITZER-CONTATTI
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