Pensioni: medici Federspev per ‘integrazioni, non integratori’

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MILANO – “Si parla molto di integratori per la salute degli over 65, ma noi chiediamo integrazioni alle nostre pensioni”: affronta l’argomento con una battuta il presidente di Federspev, la Federazione sanitari pensionati e vedove, Michele Poerio che denuncia che “i medici e gli operatori sanitari sono vessati”. E insiste sul filo dell’ironia “le molte marche che propugnano una serena vecchiaia grazie a integratori di vario genere, diciamolo, potranno fare ben poco, visto che tutti i pensionati non potranno curarsi, pagarsi le medicine, avere medici di base territorialmente e avranno una pensione sempre più bassa”.

“Con il disegno di legge finanziaria 2023 il Governo Meloni – viene affermato in un comunicato – perpetra l’ennesimo furto a carico dei pensionati (non solo di quelli fruenti di trattamenti medio-alti o elevati, ma anche di quelli fruenti di trattamenti medi, cioè tra 5 e 10 volte il Trattamento minimo) sull’onda del meloniano refrain mediatico che ne proclama la legittimità in nome di una ‘giustizia sociale’ non più differibile”. E infine: “L’articolo 58 del DDL massacra, per il biennio 2023-2024, l’ordinario e consolidato meccanismo di rivalutazione delle pensioni – conclude il presidente – stabilito dalla Legge 388/2000, meccanismo necessario per adeguarle nel fluire del tempo all’andamento del costo della vita al fine di preservarne il potere di acquisto”.