Razzismo, Acerbo contro Fontana: “Forse teme l’incriminazione?”

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ROMA – “Il ministro Fontana propone l’abrogazione della legge Mancino perché teme di essere incriminato per incitamento all’odio razziale insieme al leader del suo partito. Per lo stesso motivo il suo partito si è sempre schierato contro una qualsiasi legge contro l’omofobia. La proposta di Fontana e le argomentazioni con cui la sostiene dimostrano che in Italia c’è un’emergenza razzismo al governo prima che nel Paese”.

Così in una nota il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo (foto).

“Fontana – prosegue Acerbo – è un ministro omofobo e razzista, espressione di un partito che sempre più assume un profilo neofascista. Il fatto che il Pd faccia schifo non giustifica il fatto che Beppe Grillo e i suoi seguaci si siano alleati con questi nazisti padani. Quelle di Fontana come quelle di Salvini sono “Trumpate” che servono a monopolizzare l’attenzione mediatica, ma il risultato è che avvelenano il clima nel Paese. Che Fontana definisca anti-italiani gli anti-razzisti ricorda molto l’analoga retorica della propaganda mussoliniana contro gli antifascisti”.

E ancora: “Questi fascisti del terzo millennio come i loro antenati tendono a rubare alla sinistra radicale le parole risignificandole in senso reazionario. Fontana usa l’espressione “pensiero unico” coniata dal movimento contro la globalizzazione neoliberista distorcendone completamente il senso. Infatti la Lega è un partito neoliberista e sempre dalla parte delle imprese che alla lotta contro il capitale sostituisce il razzismo contro gli immigrati. Cose già viste negli anni ’30”.