“Reddito di cittadinanza per licenziati non c’è”, protestano ex operai Fca

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Licenziati dalla Fca di Pomigliano per protesta salgono sul campanile del Carmine a Napoli

fca pomigliano d'arcoNAPOLI ‒ Due operai licenziati dalla Fca di Pomigliano D’Arco, M. M. e M. C., protestano davanti al Campanile della Chiesa del Carmine, in piazza del Mercato a Napoli. Lo striscione recita: “Reddito di cittadinanza per licenziati non c’è”.

All’origine della loro contestazione c’è infatti una forte critica alla normativa sul Reddito di Cittadinanza: colui che ha perso il lavoro da alcuni mesi e si trova non avere un salario, non può accedere a questo strumento di contrasto alla povertà poiché l’Isee di riferimento è quello dello scorso anno.

Uno dei due dimostranti afferma:”La tanto sbandierata norma di Di Maio prevede che io presenti l’Isee del 2018 quando ancora lavoravo e che quindi sfora il tetto dei 9.300 euro previsti per l’accesso al Reddito di Cittadinanza. Il Caf quindi nemmeno l’ha presa in considerazione la nostra domanda visto che non rispettavamo i requisiti di legge. E nelle mie stesse condizioni ci sono migliaia di lavoratori. Il governo evidentemente non tutela i licenziati”.

I due operai hanno iniziato lo sciopero della fame e resteranno sull’alta torre della Chiesa fino a quando non ci saranno risposte concrete alle loro richieste. Continueranno dunque la loro dimostrazione anche durante la Pasqua.

La situazione dei due dimostranti è particolare. All’origine del loro licenziamento c’è l’aver esposto un manichino impiccato con le sembianze di Sergio Marchionne nel corso di una manifestazione a Pomigliano D’Arco ‒ altri tre sono i dipendenti licenziati per questo motivo ‒ e la sentenza della Cassazione, che li condanna a risarcire una serie di spettanze, costituisce una spesa che, pur incidendo sulla loro situazione economica, non rientra tra i documenti che possono essere allegati alla richiesta del Reddito di Cittadinanza.

Il presidente dell’Inps Pasquale Tidrico li ha contattati telefonicamente garantendo loro un appuntamento con il direttore dell’Inps dell’area metropolitana di Napoli, per il pomeriggio di martedì 23, ed esprimendo la volontà di attuare “una procedura straordinaria che consenta l’erogazione, superando la difficoltà tecnica esistente”. Uno dei due operai, ringraziando, ha affermato che la loro protesta continuerà finché la soluzione non sarà messa nero su bianco.

A cura di Barbara Miladinovic