“Smarties”, alla scoperta del nuovo album di Zic: la tracklist

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Da lunedì 25 maggio in tutti i digital store Smarties il nuovo album di Zic. Il singolo estratto per l’airplay radiofonica e relativo video, è “Top Level” brano che unisce lo stile di narrazione di Zic a sonorità Psichedeliche. A 2 anni di distanza dall’album di debutto “Faceva Caldo”, torna il cantautore e sciatore elettronico Zic: 14 tracce prodotte e arrangiate da Pio Stefanini (già produttore di Irene Grandi) e dallo stesso Zic.

Track list:

  1. Smarties – intro
  2. Top level
  3. Over the top
  4. Powero
  5. Zarro night
  6. Bestia
  7. Rotelle
  8. Agosto 94 bpm
  9. Urca
  10. Rocky
  11. Torta
  12. Asma
  13. Spaqqa
  14. Upsidedown

Così, ZIC, canzone dopo canzone, racconta il suo nuovo lavoro:

TOP LEVEL

Top level è il mare, è una bella serata, c’è sempre il sole. Top level Sono io, la mia tenerezza, il mio amore, I miei amici, il mio gatto. Sono tutte le cose che mi fanno pensare che la mia vita sia incredibile, E c’è sempre il sole, sempre.

OVER THE TOP

“Over the top” è un sogno. Un sacco di verità e di ricordi che si rincorrono nel silenzio di una notte di settembre. Cose piccole diventano grandi, tutto si amplifica. C’è mio nonno, mio cugino, mio babbo, la mia ragazza, e ci sono io, che so di essere felice, ma ho paura di non farcela. Poi la calma di un lago. Sono sveglio, mi vesto e vado a lavorare.

POWERO

Powero è nata completamente a caso. Io e pio ci eravamo svegliati bene, volevamo divertirci. Abbiamo acceso le macchine e, improvvisando insieme abbiamo tirato un fuori un beat fighissimo. Il pezzo c’era già. Sono andato al microfono, e ho cominciato a cantare tutto ciò che mi passava per la testa, abbiamo riso tantissimo e a fine giornata avevamo tutto.

ZARRO NIGHT

“Era febbraio e un sabato sera sono andato a ballare con dei miei amici al Viper di Firenze. C’era la “ZARRO NIGHT” una serata all’insegna del trash. Eravamo vestiti come dei tamarri, faceva un freddo cane ma eravamo tutti a maniche corte, era buio pesto ma portavamo tutti gli occhiali da sole. Abbiamo saltato per tre ore, tutti sudati, uscendo fuori solo per fumare. Non riuscivo a smettere di ridere. Il giorno dopo mi sono svegliato verso le sette e mezzo di sera, ho saltato la cena e ancora stonato dalla sera prima non ho potuto fare a meno di riflettere sulla mia esistenza. È così che è nata “ZARRO NIGHT”, una canzone che mi fa venire voglia di battere la testa negli spigoli dei muri.

BESTIA

“Bestia” non so che cos’è. È uscita da sola, senza chiedere permesso. Non c’è un emozione precisa, una persona precisa. Mi piace pensare che questa canzone verrà letta in mille modi diversi, ma starà sempre in piedi. Se “asma” è una fotografia, “bestia” è uno specchio.

ROTELLE

“ROTELLE” è nata a dicembre 2018. È stata scritta dal bambino che ancora vive dentro di me, perciò è una canzone semplice. Non credo che occorra spiegarne il significato poiché il testo è sognante, ma inequivocabile. L’idea di tutto è partita da un loop di batteria. Era puro e aveva il bonce. Poi ho cominciato a tirare su i muri della casa, ci ho messo un bel basso che andava insieme alle casse, poi sono arrivati i mobili, un synth Pad che teneva gli accordi, una chitarra slide che sussurrava una frase armonizzata e un ukulele che mi faceva sorridere. È a questo punto che si fa vivo il narratore della storia, lo scultore di nuvole, “l’io” bambino. Lui comincia a parlare con un filo di voce, sembra che quasi si vergogni, ma va avanti e piano piano prende confidenza con un pubblico che esiste solo nella sua testa. “Il bimbo” ci parla e ci racconta con passione e entusiasmo, ciò che sente, ciò vede; ci parla di qualcuno, ci parla di sé stesso e poi come tutti i bambini all’improvviso si stufa, gira i tacchi e se ne torna nei suoi nascondigli a giocare a chissà quale gioco con chissà quale amico. I bambini sanno parlare d’amore senza farlo pesare. Ecco, per me “ROTELLE” é tutto questo e molto altro che non riesco a tradurre in poche righe. Lascio agli altri libera interpretazione perché altrimenti che l’ho scritta a fare?

AGOSTO 94BPM

“Agosto 94bpm” per me è una bella canzone d’amore. Non saprei veramente cosa dire di più.

URCA

Quando ho scritto urca ero da solo e non ero felice. Era una di quelle sere in cui pensi che tutto quello che fai sia inutile, che non concluderai mai nulla, che forse aveva ragione tua nonna quando ti diceva che bisogna sempre avere un piano b. Ma io un piano b non lo voglio, così è nata urca. L’ho sputata sul microfono, senza neanche scriverla. Ho detto tutto quello che avevo bisogno dire e la cosa divertente é, che quando ho finito, ho sorriso perché ero sicuro di aver scritto una bella canzone.

ROCKY

Rocky l’ho scritta in macchina una mattina che da Firenze andavo a Borgo per lavorare. Quando guidi pensi a un sacco di cose, sei da solo, c’è sempre della musica che veicola i tuoi pensieri, vedi tante cose. Credo che sia un ottimo posto per riflettere, per fare il punto della situazione. Si, Rocky per me è proprio questo, un bel punto della situazione.

TORTA

Torta è un pezzo vecchio, un pezzo scritto con una chitarra sotto a un melograno. Parla di cose lontane, infatti non ero sicuro di volerla nel disco. Poi un giorno mi sono detto chi se ne frega proviamo a portarla nel presente. Ho rifatto tutto l’arrangiamento, volevo saltare per aria mentre l’ascoltavo, mi ero stancato di piangere. Ho registrato il basso, la batteria, l’ho tempestata di synth. Una volta finito il lavoro, ho capito che avevamo vinto.

ASMA

“Asma” è un ricordo bellissimo. Per la prima volta avevo passato la notte con quella che sarebbe diventata la mia ragazza. Ero felice come non lo ero da tanto tempo, e volevo condividere quel momento con un amico. Così ho chiamato Mike e gli ho detto: facciamo un pezzo! A fine giornata eravamo in collina a pompare “asma” sullo stereo di Pio Stefanini, il mio produttore.

SPAQQA

“Spaqqa” è un pezzo magico. Ero in studio e stavo lavorando a un beat che mi faceva gasare. A un certo punto arrivano Mike e la Leti e lui, una volta sentita la musica mi dice: “wow che figata, dobbiamo farci un pezzo tutti insieme”. Nel pomeriggio abbiamo lavorato nel buio della stanza di Mike, tutti e tre sopra al suo letto a scrivere parole che surfavano su una musica mistica. Ci siamo lasciati andare senza pensare a niente e abbiamo creato qualcosa che più che a una canzone, somiglia ad un mantra.

UPSIDEDOWN

Avevo un inizio per il mio album ma non avevo ancora una fine. Volevo una cosa gloriosa, non avevo bisogno di una canzone normale, avevo bisogno di qualcosa che mi attraversasse dalla testa ai piedi. All’inizio avevo paura della durata del pezzo, poi è arrivato pio e mi ha detto: ” ma che te ne frega, è la fine, puoi fare quello che vuoi, esagera, divertiti!”. Gli ho dato ascolto, ho esagerato, mi sono divertito e “upsidedown” è il risultato.