“Start Again”, Alberto Lombardi tra Dante e voglia di ricominciare

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Alla scoperta del nuovo singolo realizzato in collaborazione con Bob Clearmountain. L’intervista al cantautore e chitarrista

Start Again” è il tuo nuovo singolo in rotazione radiofonica e disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming. Uscito lo scorso 4 marzo è il primo estratto da “Home” missato da Bob Clearmountain. Abbiamo intervistato l’autore del brano che ci ha parlato del suo significato, della campagna di crowdfunding grazie alla quale è possibile acquistare il disco, la collaborazione con Clearmountain e altre curiosità.

Si tratta di un brano introspettivo in cui fai riferimento a un canto dell’Inferno di Dante. Come nasce questo lavoro?

“Start Again” è un brano sull’esigenza di reinventarsi, di riscrivere l’immagine di sé. Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra fermo e stantio, e bisogna essere in grado di mettere in discussione se stessi per poter “ricominciare”, rimuovere i freni e i sensi di colpa, le paure. Mentre scrivevo il testo, mi è venuto in mente il discorso di Ulisse ai suoi uomini, dove dice “Fatti non foste a viver come bruti” ecc. Al liceo ero innamorato di Dante, e le parole di Ulisse mi sembravano perfette per incarnare autorevolmente il senso del brano. Ho preso solo due frasi, “per seguir virtute e canoscenza” e “fate ali dei vostri remi”, che trasposte in inglese non suonano fuori contesto come sarebbe stato in un brano in Italiano. Anzi mi piace pensare di averle riadattate a modo mio, diverso dai molti traduttori di Dante. Musicalmente è una ballata ritmata, un po’ reggae, con tanta chitarra elettrica, che poi è il fulcro di tutto il mio lavoro.

Hai dato vita a una campagna di crowdfunding grazie alla quale è possibile acquistare il tuo nuovo disco “Home”. Il disco non è disponibile sui digital store o sulle piattaforme streaming. Come mai questa decisione? Pensi che ripaghi?

Lo saprò alla fine, al momento siamo a metà strada, però l’idea è quella di coinvolgere le persone a cui questo pezzo piace nel processo di crescita dell’album. Una volta era automatico, ti piaceva una canzone, compravi il disco e l’etichetta investiva quel denaro per farlo conoscere. In radio sentivi il singolo, ma a casa se volevi le altre canzoni dovevi prendere l’album. Oggi è tutto diverso, e il mio è un tentativo “carbonaro” di ricreare quel modello, in cui chi ama un artista si sente coinvolto nella sua crescita. Lo supporta. Inoltre è l’unico modo in cui si possono ascoltare gli altri brani del disco, che è anche su Vinile. Si crea una sorta di club. I risultati finora sono incoraggianti, perché vedo le persone che partecipano veramente coinvolte, non so se avessero solo ascoltato il brano su YouTube sarebbe stato lo stesso.

Hai registrato il disco con una leggenda come Bob Clearmountain. Come l’hai conosciuto? Vi sentite ancora?

Ci sentiamo ogni tanto, si. In realtà il disco l’ho prodotto e registrato io nel mio studio coinvolgendo molti musicisti della scena romana con cui collaboro regolarmente, mentre Bob ha fatto il mix di alcuni brani, che è la sua specialità. Per chi non lo sapesse il mix è quel processo che bilancia i suoni alla fine di un lavoro di registrazione, imprime di solito un carattere sonoro molto preciso. Basta ascoltare “Born in the Usa” di Springsteen per capire cosa intendo, dove Bob ha implementato la visione artistica del Boss con quel suono esplosivo. O “Let’s Dance” di Bowie. L’ho banalmente contattato sperando in una risposta, e la risposta è arrivata :”Great guitar player, I’m in!” Così sono andato nel suo studio a Los Angeles e l’ho guardato fare la sua magia, in realtà Bob compare anche nel video, alla fine. Ci siamo io e lui contenti davanti al mixer, io ho la faccia del bambino al negozio di caramelle! Anche il video è stato girato a Los Angeles, e racconta il viaggio dall’aridità del deserto, al mare di Malibu dove faccio un solo di chitarra sulla spiaggia dove nel film “Il Pianeta delle Scimmie” trovano la statua della libertà sepolta nella sabbia, e finisce sotto uno splendido salice addobbato con lampadari d’epoca, una vera attrazione turistica a LA, che ora ha chiuso purtroppo.

Come stai vivendo questo periodo di quarantena e quali stimoli stai raccogliendo?

Ho imparato a trattare le dirette Facebook e Youtube come dei veri concerti, ne faccio uno ogni lunedì sera (e una lezione di chitarra il venerdì) e mi comporto come in un vero live, con scaletta, luci, camera professionale e audio da studio. Ho sempre avuto uno studio di registrazione, sono più di vent’anni, e infatti la mia vita “professionale” è suonare dal vivo con vari cantanti italiani e non e produrre dischi di altri, quindi ho ricreato un mini studio in casa, imparato ad usare i software e le camere per le dirette. Poi mi sono concentrato sulla promozione del disco e ho fatto molti video che raccontano la sua storia. Sono sui miei social.

Oltre ad essere un cantautore sei anche un bravissimo chitarrista. Chi sono gli artisti a cui guardi per ispirarti e quali sono le tue aspirazioni per il futuro?

Grazie! Appena possibile voglio ritornare a fare il mio lavoro, suonando in giro per l’Italia con Massimo di Cataldo e la Rino Gaetano Band (la band legata alla famiglia di Rino). Ma i miei progetti artistici personali sono continuare a pubblicare musica mia, sia per chitarra acustica come faccio da tempo, sia nuove canzoni e brani strumentali. Inoltre sto facendo crescere il mio concerto tributo alla Stratocaster, la chitarra di Hendrix, Clapton, Gilmour, dove suono la musica di questi grandi e anche le mie canzoni. Appena si potrà..