“Storia è un racconto, scritto anni fa, in piena estasi ed ispirazione, dopo una serata al mare particolarmente introspettiva”
Venerdì 1 ottobre 2021 è uscito per Ferramenta Dischi e in distribuzione Believe il brano Storia, il quarto e ultimo singolo estratto dall’album di esordio della giovane cantautrice toscana Jamila. Il quarto singolo di Jamila suona come un flusso di coscienza musicale, una prima parola che si porta dietro tutte le altre, un lasciarsi andare all’introspezione, consapevoli di avere infinite possibilità e nessun controllo. Dopo La dottrine delle piccole cose, Gesù e Giovani che scalpitano a letto, continua la collaborazione con il produttore artistico Zibba, in attesa del disco d’esordio “Frammenti” in uscita venerdì 12 novembre.
Jamila ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Storia” è il tuo nuovo singolo, d che cosa si tratta?
Storia è una canzone che a volte penso essere la migliore che io abbia mai scritto. Negli anni è cresciuta insieme a me e si è arricchita di interpretazioni e più viene ascoltata, più questo processo continua.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Con questa canzone forse quando la scrissi volevo trasmettere, più a me stessa che agli altri, la mia estrema empatia per le storie a me vicine, forse fu come un grido di aiuto e di liberazione allo stesso tempo. Come ho detto con il tempo è cambiata e forse il messaggio che porta adesso è quello di non aver paura ad inoltrarsi nel mare aperto della propria vulnerabilità.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Una delle tante cose malate e nocive della nostra società sono le aspettative. L’uomo non si è mai arreso all’idea di non essere padrone della sua vita, di non poterla prevedere, ed ecco che nascono aspettative su tutto, ma niente di più inutile credo esista. Piuttosto parlerei di desideri, obiettivi. Il mio obiettivo è raggiungere un punto in cui la comprensione e l’ascolto delle mie canzoni saranno tali, che le persone riusciranno a farsi consolare e ad avere spunti di riflessione su se stessi e sulla propria vita in quanto esseri umani, fragili, precari, mortali.
Come nasce il tuo progetto musicale?
Il mio progetto musicale nasce per esigenza di scrivere, quando avevo 16 anni, poi cresco e scrivo il primo EP. Incontro quello che è il mio manager ad oggi, lo incontro per caso su un tram, sente i miei pezzi e mi contatta. Nasce una collaborazione, un percorso di costruzione e crescita collettiva, si fanno cose, si va in giro a suonare in posti sconosciuti. Conosco persone, mi innamoro, faccio del male, mi scordo, si scorda la mia chitarra, ma poi tutto alla fine va con il flusso e si torna sempre ad essere energici per continuare a nutrire il progetto.