“Abbiamo constatato – spiega il comandante – che a volte per questioni di rapidità non veniva riscontrata l’identità della persona, e questo si prestava ad abusi: c’era chi si presentava con la tessera sanitaria di altri. Tra gli abusi possibili quello di sottoporre a tampone persone positive con più tessere sanitarie in diverse farmacie, per far emettere Green pass a nome di soggetti non immunizzati”. Pignatelli spiega però che c’è stata la massima collaborazione da parte delle farmacie: “I punti tampone bloccati sono pochi, e non per ragioni dovute alla truffa dei falsi positivi”.
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