Voci giovanili della poesia italiana

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Flaminia Colella

La poesia oggi è utile, serve per riscoprire la bellezza. Noi poeti sentiamo il bisogno di esprimerci, la poesia esiste e il mondo ne ha bisogno: viaggio alla scoperta di nuovi poeti

Oggi andiamo a conoscere Flaminia Colella, giovane romana di talento e poetessa italiana. Ragazza nata sotto il segno dell’arte. Fin da piccola si affaccia su questo mondo e ne esplora gli abissi. Fin dalla fanciullezza ha imparato a suonare il pianoforte, si è avvicinata fin da subito anche al mondo della scrittura e della cultura in generale affermando che il suo mondo è quello delle cose che non si posano.

Un amore che all’inizio risultava apparente, quello nei confronti di carta e penna,  si è rivelato presto viscerale ed è diventato una necessità che si concretizza nel bisogno, attraverso la poesia e la scrittura, di dare voce ai lati più profondi dell’anima a quelli che spesso non emergono nella vita quotidiana. Al giorno d’oggi si sa che quello del poeta non può essere considerato un mestiere o semplicemente un passatempo ma è davvero una missione. Per questo abbiamo chiesto a Flaminia, cosa per lei significa scrivere poesie durante il nostro tempo e lei così ci ha risposto:

“Oggi scrivere poesie significa ritornare ad apprezzare l’essenziale, l’arte deve poterci essere utile come ci è utile un pezzo di pane, un maglione. Deve essere tangibile, abbattere muri e costruire nuovi ponti, altrimenti non serve a nulla. Si è scritto di tutto, le librerie sono stracolme di carta quindi mi sembrerebbe davvero uno spreco aggiungere dell’altro quando questo altro non fosse in grado di andare a colmare una mancanza. Mentre scrivo sento di essere utile, perché sento che sto aggiungendo qualcosa al mondo che potrebbe fare del bene, ma se mi accorgessi di non suscitare alcun effetto, di non creare nulla di buono, smetterei. Non si scrive per velleità estetica, ma perché se ne sente l’urgenza improcrastinabile”.

Flaminia dunque è una poetessa che promuove il concetto di utilità della poesia, di come la poesia possa essere utilizzata nella vita quotidiana come veicolo per avvicinarsi alla bellezza, a quella bellezza che troppo spesso ci lasciamo sfuggire. Nel mese di maggio 2018 pubblica la raccolta poetica “Sul Crinale” che si è rivelata essere un vero e proprio viaggio fatto di magia, prima che un libro. Da quando le persone hanno iniziato a leggere “Sul crinale” dice, è iniziata una sorta di magia, perché quelle persone ci trovavano del buono e del valore artistico, mi hanno iniziato a scrivere e a chiedere della mia scrittura, mi hanno fatto capire che forse qualcosa stava cambiando e che potevo iniziare a credere nella mia voce perché qualcosa da dire ce l’avevo anche io”.

Una poesia forte la sua, audace in grado di emozionare, dunque e di scavare negli anfratti dell’anima.

Ho sempre avuto il bisogno di comunicare con gli altri prosegue, in modo chiaro, nella vita sono sempre frontale, prendo sempre una posizione e, se non ce l’ho, non parlo tanto per farlo, così come non scrivo quando non sento alcun tipo di chiamata. Non sono portatrice di verità candide, non svolazzo in un cielo azzurro, la mia verità è affilata e tagliente quindi ho provato con quello che avevo, non essendo sicura di poter piacere.

Da queste affermazioni si evince come oggi la poesia e i poeti hanno una forte urgenza comunicativa, si sente il bisogno di comunicare, i poeti lo sentono, ma non per narcisismo o per una semplice mania di protagonismo. È una necessità che si concretizza nel bisogno di riportare la gente ad apprezzare la bellezza.