“Vorrei accendere la luce” è il nuovo singolo di Alessandro Zanolini

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Alessandro Zanolini
Alessandro Zanolini – © Angelo Trani

“Ogni prima volta porta sempre con sé due caratteristiche: l’unicità e l’irripetibilità. Di qualsiasi cosa di tratti, la si vive sempre con un’altalena di sentimenti di impazienza, timore, ansia, gioia”

Vorrei accendere la luce” è il nuovo singolo del cantautore piacentino Alessandro Zanolini, in uscita il 21 maggio 2021 per Yourvoice Records. Si tratta del singolo che anticipa il nuovo album che uscirà a fine estate e fungerà da “giro di boa” all’interno delle trame del disco; racconta la leggerezza, l’ingenuità e l’impazienza della prima volta per antonomasia, quella che fa diventare adulti e scoprire il mondo. Musicalmente è un up-tempo con che va dritto al punto: cassa dritta, chitarre elettriche e sintetizzatori in una miscela di tradizione quasi vintage e modernità volute dall’autore per raccontare le sensazioni descritte dal testo.

Alessandro Zanolini ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Vorrei accendere la luce” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

E’ un uptempo che mescola chitarre e sintetizzatori e racconta della prima volta per eccellenza, quella che fa diventare adulti. Ho voluto raccontarne perché nel disco che uscirà tra qualche mese costituirà un momento di svolta all’interno del racconto; inoltre rappresenta una metafora dell’unicità e dell’irripetibilità delle prime volte in senso più ampio, quelle dove si mischiano incoscienza, gioia, paura, voglia di scoperta.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

Come accennavo poco fa, il testo si focalizza sul concetto di “prima volta”, quindi ho voluto raccontare la volontà di fotografare ogni attimo che si scontra con l’incapacità di farlo perché l’emozione è molto più veloce della memoria. A livello musicale, proprio perché racconta un evento positivo, ho voluto trasmettere un senso di energia e di movimento, un po’ come il battito che accelera nella concitazione del momento.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Più che aspettarmi una certa accoglienza diciamo che spero che sarà positiva e che la canzone possa passare di bocca in bocca; i primi riscontri che ho avuto sono stati molto positivi, quindi spero che possano aumentare sempre di più.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

A 16 anni in gita in costiera Amalfitana un amico mi fece ascoltare “Su e giù da un palco”, il disco dal vivo di Ligabue, e ne rimasi letteralmente folgorato. Da lì cominciai a prendere lezioni di chitarra, poi a scrivere per poi cominciare questo viaggio che non abbandono mai.