“Wonder, Won’t You?”, l’album di debutto di Harrison Storm

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Harrison Storm è pronto al debutto “Wonder, Won’t You?”, un meraviglioso viaggio introspettivo che mostra l’artista nella sua forma più vulnerabile, sensibile ed umana

“Combatto o aiuto a sciogliere una mente inquieta che cerca di tenere tutto dentro?” si chiede Harrison Storm all’inizio di ‘Wonder, Won’t You?’. Per molti questa sembrerebbe una domanda retorica, ma per il cantautore indie-folk australiano è l’inizio di un meraviglioso viaggio di introspezione negli anfratti più profondi del suo cuore e della sua mente. In arrivo il 12 gennaio su etichetta Nettwerk Music Group, ‘Wonder, Won’t You?’ è un invito ad unirsi a Storm in questa avventura, ad abbattere i propri muri ed aprirsi.

“Per me la musica riguarda sopratutto la scoperta di sé” afferma l’artista. “Le mie storie hanno molto a che fare con la connessione con me stesso e con il tentativo di connettersi davvero con il mondo. Crescendo, non sono ancora riuscito a trovare il mio posto nel mondo o adattarmi, sono io ad essere eccessivamente sensibile, il che penso sia una cosa buona. Quando scrivo una canzone, mi aiuta a capire che tutte queste emozioni sono parte dell’esperienza umana e che va bene avere pensieri introspettivi”.

Originario di Melbourne, Harrison Storm ha scoperto i poteri terapeutici della musica sin da giovane. Crescendo in una cultura di mascolinità tossica, ascoltava artisti come Angus Stone, Jeff Buckley, City and Colour, sentendosi un pò meno solo. “Cantavano di cose che erano quasi dei tabù tra la mia generazione. Sentire questi uomini narrare i loro sentimenti mi ha davvero colpito”. Quei cantautori hanno ispirato Storm a perseguire la propria carriera musicale e nel 2015 ha finanziato il suo primo ep, ‘Sense Of Humor’, prodotto dall’amico ed artista Hayden Calnin. Firma con Nettwerk e nei successivi sette anni Storm pubblica altri quattro ep: ‘Change It All’ (2017), ‘Falling Down’ (2019), ‘Be Slow’ (2020) e ‘Under Dusk’ (2022). Ad oggi Harrison Storm ha accumulato oltre 350 milioni di streaming in tutto il mondo, conquistando trasmissioni radiofoniche su Triple J in Australia e BBC Radio 2 in UK. Il singolo ‘Sense Of Humor’ è certificato Oro in Canada nel 2020.

Per Harrison ciò che conta di più sono le connessioni che crea attraverso la musica. “Il mio primo concerto da headliner è stato qualcosa che non dimenticherò mai. Vedere le persone tra il pubblico reagire emotivamente alla mia musica è qualcosa di potente per me e mi ispira a continuare in quella direzione”. La musica ha già portato Storm in giro per il mondo, in Australia, Europa, Nord America insieme ad artisti come Gregory Alan Isakov, Tash Sultana, Snow Patrol ed altri.

Dopo cinque ep sembra strano classificare ‘Wonder, Won’t You?’ come il disco di debutto di Harrison che, nell’ultimo album, ha collaborato con il candidato all’ARIA Music Award Dustin Tebbutt alla produzione, che è stato in grado di trasportare i sentimenti dell’artista in dieci brani pieni di vulnerabilità e di emozioni crude, in cui la sua voce calda risuona dolcemente su un letto di chitarre acustiche.

Storm non trattiene niente in ‘Wonder, Won’t You?, partendo dal brano iniziale, ‘Warm A Cold Heart’, in cui parla apertamente del suo percorso personale per combattere l’ansia. ‘This Love’ è intima ed affascinante, mentre in ‘My Way Home’ rivela il suo cuore, tra elementi acustici ed elettronica. In ‘Daylight Sun’ Storm allunga un braccio ad un amico bisognoso, mentre in ‘Tomorrow’ fa i conti con il caos spesso travolgente della nostra società. ‘In Good Time’ è un nostalgico sogno ad occhi aperti per perdonare il passato e correre verso il futuro. Uno dei momenti più pensanti del disco arriva con ‘Stone’, quando Storm impara a stare ben con la solitudine, accettando che alcune amicizie si perdono durante un percorso di crescita e cambiamento. Ma la solitudine per Storm non è negativa, bensì fonte di riflessione, un aiuto a ritrovarsi.

Il titolo dell’album, ‘Wonder, Won’t You?’ è per Harrison Storm la sua prospettiva della vita, come pensa, come si sente, come si connette con il mondo. “Prima di essere un artista sono un essere umano. Quando mi sento stagnante con il mio benessere, arrivo a un punto in cui qualcosa deve cedere. Trovo molto conforto sapendo che posso prendere per mano una chitarra e rilasciare ciò di cui ho bisogno. La musica è terapeutica e mi aiuta a liberare emozioni che, diversamente, non saprei esprimere”.

Intimo ed integrale, ‘Wonder, Won’t You?’ vede Harrison Storm nella sua forma più vulnerabile, più sensibile, più umana, scoprendo un artista che si guarda dentro mentre naviga nei flussi e riflussi della vita. “Wonder, Won’t You?” è una domanda tanto quando una dichiarazione di intenti.