Le iniziative già attivate con il decreto Cura Italia attraverso il potenziamento del Fondo centrale di garanzia non sono infatti “sufficienti a sostenere le esigenze finanziarie delle piccole imprese, sia quelle che ancora operano ma con ricavi in forte contrazione, sia quelle che si sono dovute fermare ma che continuano comunque a dover sostenere una serie di costi fissi in assenza di ricavi”.
È necessario pertanto “potenziare l’impegno pubblico attraverso risorse aggiuntive e strumenti adeguati che consentano di mettere a disposizione di tutti i soggetti economici una liquidità in proporzione a fatturato. È fondamentale la disponibilità del sistema bancario ad assicurare liquidità necessaria a coprire la distanza temporale tra i costi, che continuano a correre, e i ricavi che potrebbero riprendere solo tra qualche mese”.
Il credito erogato alle imprese con meno di 20 addetti che oggi rappresenta il 12% del fatturato deve, coerentemente con l’obiettivo indicato dal Ministro Gualtieri, “essere elevato al 25%, per consentire di superare la fase più acuta dell’emergenza economica”.
In questa difficilissima situazione “può e deve essere recuperato, attraverso forme di reale coinvolgimento, il ruolo di prossimità degli strumenti associativi, a partire dai Consorzi Fidi, che possono facilitare la relazione con il mondo bancario, e contribuire a sostenere direttamente le esigenze di credito delle imprese”.
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