Coronavirus, ecco come ridurre la diffusione a scuola

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Alternanza Scuola-LavoroROMA – Finestre aperte per disperdere fino al 70% delle particelle di virus e schermi protettivi davanti ai banchi per rallentarne la diffusione: così i fisici hanno calcolato come ridurre la circolazione del nuovo coronavirus a scuola, all’interno delle classi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Physics of Fluids, si deve all’università americana del Nuovo Messico. Lo studio del trasporto di aerosol e goccioline di saliva all’interno degli ambienti chiusi può aiutare a stabilire misure efficaci per contrastarne la diffusione del virus Sars-CoV-2. Uno degli ambienti più importanti per acquisire una rapida comprensione della diffusione delle particelle del virus, rilevano i fisici, è l’aula scolastica.

I ricercatori hanno utilizzato un modello del comportamento dei fluidi per esplorare il trasporto di aerosol all’interno di una classe con aria condizionata. E’ emerso che la distribuzione dell’aerosol all’interno della stanza non è uniforme, a causa dell’aria condizionata e della posizione della sorgente e che, ha detto uno degli autori, Khaled Talaat, “le particelle possono essere trasmesse da uno studente ai banchi o agli abiti di altri studenti, anche se distanti fino a 2,4 metri”.

Secondo Talaat, “la posizione dello studente all’interno dell’aula influisce sulla probabilità di trasmettere particelle ad altri e di riceverle”. Tuttavia, è emerso che “quasi il 70% delle particelle esce dal sistema quando le finestre sono aperte”. Inoltre, ha aggiunto l’esperto, la ricerca mostra che “l’aria condizionata rimuove fino al 50% delle particelle rilasciate durante l’espirazione e la conversazione, ma il resto si deposita sulle superfici all’interno della stanza e può rientrare in circolazione”.

Di conseguenza la ricerca evidenzia anche l’importanza di utilizzare sistemi di filtrazione e sterilizzazione efficaci nei condizionatori d’aria. Lo studio mostra inoltre che anche gli schermi protettivi posti davanti ai banchi, riducono significativamente la trasmissione di particelle da uno studente all’altro, perché, ha spiegato Talaat, “influenzano la circolazione del flusso d’aria vicino alla sorgente, facendo cambiare le traiettorie delle particelle”.