I paesaggi fiabeschi e poetici degli scatti fotografici di Emanuele Ubaldi

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una piccola sorgente nei pressi del borgo di StifoneEsistono vari tipi di fotografi, alcuni sono più legati all’immagine estetica, altri al reportage, importante documento di ciò che accade o del luogo in cui si trovano, altri ancora scompongono le immagini per crearne di nuove e più impalpabili, e infine ci sono quelli che trasformano lo scatto in ode poetica. Oggi vi voglio raccontare di uno di loro.

La fotografia, nell’era della comunicazione, è diventata un mezzo alla portata di tutti, fin troppo semplice da usare grazie all’avvento di smartphone dotati di software sempre più sofisticati, di app per il ritocco facile e di modalità per ottenere il massimo della resa con il minimo sforzo. Eppure, proprio in questa larga diffusione delle immagini, esiste chi fa della fotografia un mezzo per parlare, per esprimere un’interiorità che altrimenti resterebbe nascosta dentro di sé.

Emanuele Ubaldi è un artista prima che fotografo, perché non può trattenere l’emozione che riceve guardando i paesaggi della sua regione d’adozione, la Puglia, né fare a meno di raccontarli cogliendone l’intensità nel dettaglio che sceglie di descrivere. Sembra quasi voler oltrepassare la realtà nei suoi scatti, sembra quasi sentire il bisogno di dare voce a ciò che c’è oltre l’apparenza, oltre ciò che l’occhio vede e giungere in comunicazione con ciò che l’interiorità sente.

Attraverso lo sguardo sensibile di Ubaldi ogni particolare, ogni scorcio, ogni frammento o attimo divengono protagonisti di un’immagine che poi, una volta osservata, rimanda l’emozione esatta percepita dal fotografo nel momento dello scatto. E dunque tutto ciò che si guarda fa da sottofondo ai versi silenziosi che accarezzano le immagini, alla lirica poetica che da quei dettagli fuoriesce inarrestabile, come se una carezza colpisse l’anima di chi si trova davanti a uno dei meravigliosi scatti di questo artista, prima che fotografo.

Racconta di onde del mare capaci di diventare assolute protagoniste dell’intero paesaggio, con le loro creste che, grazie alla sapiente mano di Ubaldi, sembrano essere in perpetuo movimento, nonostante siano all’interno del fermo immagine che, inevitabilmente la fotografia è; descrive una rocca antica che, alla luce del suo obiettivo, lascia percepire e immaginare la vita che secoli fa si svolgeva al suo interno, scrigno senza tempo di un passato che ha lasciato una traccia indelebile e che genera quella nostalgia romantica nei confronti di un esistere completamente superato rispetto al nostro eppure assolutamente affascinante.

il castello di Serracapriola

E poi un imbrunire sull’amato mare pugliese, quello del foggiano, zona molto cara a Ubaldi, in cui la sottile linea di confine tra cielo e mare è evidenziata dalla lama di luce del sole già tramontato ma che non vuole ancora lasciare spazio al buio e che disegna profili irreali, immaginari e al tempo stesso conosciuti perché vanno a colpire direttamente l’emotività… una sensazione avvolgente data da quel mare calmo che regala la sensazione che tutto può cambiare domani, perché in fondo tutto rinasce, tutto si rigenera, tutto scorre.

tramonto su marina di Chieuti

Infine, improvvisamente sente l’esigenza di cambiare le carte in tavola e ammanta l’immagine di mistero, attraverso una particolare tecnica, confondendo i contorni e i confini di ciò che sta guardando per lasciare all’osservazione la facoltà di interpretare e trovare la sua definizione, la sua storia, il proprio paesaggio che potrebbe essere in qualunque spazio e in qualsiasi tempo.

centro storico di Chieuti

È un perfezionista Emanuele Ubaldi, continua a misurarsi con se stesso e a studiare nuove tecniche che gli permettano di recitare le sue poesie per immagini in modo sempre più intenso, sempre più fiabesco, che gli concedano di liberare quella sensibilità che forse nel quotidiano non riesce a esprimere nella sua pienezza, e così la racconta attraverso le sue fotografie, luoghi che grazie a lui diventano non luoghi in cui ciò che conta è sentirsi, molto più che osservare.

Chieuti

E questa sua ricerca, questo suo tendere verso quei dettagli nascosti e silenziosi che altri non riescono a vedere, lo hanno portato, nel corso della sua carriera a veder riconosciuta la sua abilità emozionale, coralmente apprezzata, tanto che nel 2016 ha ricevuto il Premio Serrani nel Mondo istituito dal borgo di Serracapriola, località in provincia di Foggia, per aver contribuito, con un archivio di oltre 400 fotografie, a valorizzare il borgo e per averlo fatto conoscere anche fuori dai confini regionali.

Nel settembre 2017 è stato premiato con una pergamena celebrativa dall’Associazione Nazionale Carabinieri Sez. di Terni, per aver esposto alcuni dei suoi preziosi scatti all’interno di una mostra fotografica sui territori del ternano e del narnese. L’esposizione era stata inserita nelle manifestazioni celebrative per il gemellaggio tra la sezione di Terni e l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Zero Branco e Quinto di Treviso (TV). Un artista di grande sensibilità che riesce a raccontare di attimi imperdibili proprio grazie alla capacità di andare oltre e trasformare l’immagine in colonna sonora narrativa delle emozioni.

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