“Infinite possibilità per esseri finiti”, il nuovo album di Giovanni Truppi

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MILANO – Una storia autobiografica e universale che riesce a raccontare il mondo con drammaticità e (auto)ironia, che guarda dritto negli occhi il nostro presente e cerca di trovare il modo più giusto di interpretarlo ogni giorno. Il nuovo frutto del talento e del lavoro costante di un artista senza compromessi e in continua evoluzione, capace di andare sempre oltre i limiti, gli schemi e le definizioni, sfidando se stesso e il suo pubblico. “Infinite possibilità per esseri finiti” è il nuovo album di Giovanni Truppi uscito il 28 aprile in vinile, cd e digitale per Virgin Music LAS/Universal Music Italia. Il vinile è disponibile sullo shop di Universal in tiratura limitata contenente la stampa di una tra cinque illustrazioni realizzate da Aldo Giannotti, autografata da Truppi e dall’artista stesso.

Anticipato dalle canzoni ‘Alcune considerazioni’, ‘Le persone e le cose’, ‘La felicità’ e ‘Moondrone’, il nuovo album è prodotto da Marco Buccelli e Niccolò Contessa e arriva a quattro anni dal precedente Lp ‘Poesia e civiltà’ e un anno dopo la pubblicazione di ‘Tutto l’universo’, l’antologia che ha racchiuso i primi 10 anni di carriera del musicista napoletano uscita in seguito alla sua partecipazione alla 72esima edizione del Festival di Sanremo.

Un disco urbano, ambientato in una precisa dimensione temporale, che percorre la strada da Centocelle a Bologna calandosi nei quartieri di cui parla e in cui vive, che diventano parte essenziale della narrazione attraverso registrazioni ambientali, soundscape e field recording che fanno da trait d’union a un mix di generi e suoni, in cui l’incertezza e la frammentazione interiore si fanno vero e proprio linguaggio e cifra stilistica. 18 tracce che spaziano dal rock e dai rimandi alla tradizione cantautorale italiana alla musica elettronica e ambient, da lampi impressionisti di solo pianoforte fino alla rivisitazione, autorizzata personalmente dai fratelli Brian e Roger Eno, del loro brano strumentale Blonde. Il disco prende anche nuove strade, quasi del tutto inedite per Giovanni, in una serie di brani dove a predominare è lo spoken word con improvvise e impreviste deviazioni nei territori dell’hip hop più astratto.

Ma, nonostante sia fagocitato e completamente reinterpretato, è impossibile allo stesso tempo non individuare i riferimenti al cantautorato italiano classico di De André, Battiato, Dalla, Conte, da sempre fari della scrittura di Giovanni Truppi. Un riferimento su tutti, per questo disco multiforme, è Storia di un impiegato. Il risultato è un mare di parole e musica all’interno del quale navigano delle canzoni-isole, alcune più sperimentali altre di struttura classica. Un disco complesso e stratificato, e al tempo stesso immediato e poetico.