Ma non solo uscite, il problema della sanità pubblica è la sua attrattività. Un tema che gli addetti ai lavori hanno spesso rilanciato. “Uno specchietto tornasole della situazione è dato anche da chi decide di entrare nel sistema pubblica – osserva Di Silverio – Molte borse di studio per le specializzazioni vanno deserte. Questo è un chiaro segnale che l’appetibilità dell’ospedale pubblico non c’è più”.
Su questi fronti, secondo il sindacato, “non ci sono le risposte che ci saremmo aspettati dal Governo Meloni che sui soldi fa questione di lana caprina: un conto sono le risorse sul Fondo sanitario altro quelle sul personale. Oggi in Italia – rimarca – il problema sono i professionisti, tutti hanno detto in queste settimane quanto sono importanti gli operatori sanitari ma poi se andiamo a leggere la Manovra troviamo 80 euro per gli straordinari dedicati all’abbattimento delle liste d’attesa, quando non abbiamo assolutamente tempo in più”.
“E poi – rimarca Di Silverio – i 2,3 miliardi per il rinnovo del nostro contratto: un aumento netto nelle tasche che vedremo tra un anno di 150-160 lorde al mese. Mentre si danno soldi al privato accreditato. Non c’è stata nessuna risposta sullo scudo penale in attesa di una legge – conclude – come fatto durante la pandemia, a costo zero, e avevamo chiesto 300 milioni per la specificità medicina”.
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