“Nel mio stomaco”, alla scoperta del nuovo album di Giulia Pratelli

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“Nel mio stomaco è un disco in movimento, fatto di canzoni di passaggio. Si sviluppa come una sorta di viaggio che può svolgersi all’interno, tra le emozioni e i cambiamenti che ci riguardano come Persone, o all’esterno, tra le cose, le relazioni e ciò che accade intorno a noi”

giulia pratelli coverDall’11 gennaio 2022 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming “Nel mio stomaco” (Blackcandy Produzioni), nuovo album di Giulia Pratelli. Il disco sarà disponibile prossimamente anche in formato fisico. “Nel mio stomaco” è il terzo album in studio di Giulia Pratelli e vede rinnovarsi la collaborazione artistica con Zibba, che aveva già seguito la produzione del precedente “Tutto bene” (Rusty Records, 2017). Contiene 11 tracce, tra cui “Qualcuno che ti vuole bene”, pubblicata lo scorso 22 novembre, scritta e interpretata insieme a Bianco, e “Le cose da fare”, già contenuta nell’album “Benvenute”, una compilation prodotta da Musica di Seta e dedicata al racconto della condizione femminile. A chiudere la tracklist “Non ti preoccupare”, brano col quale la cantautrice ha vinto il premio “Miglior testo” al Premio Bianca D’Aponte 2018.

Giulia Pratelli ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Nel mio stomaco” è il tuo nuovo album, di che cosa si tratta?

E’ un album di 11 brani, un lavoro principalmente acustico in cui le voci giocano spesso un ruolo centrale, anche nella costruzione degli arrangiamenti. E’ un disco in movimento, disegna quasi un viaggio che può svilupparsi sia all’esterno, attraversando ciò che ci circonda, sia all’interno, verso la nostra parte più profonda.

Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?

Non c’è qualcosa in particolare che voglio trasmettere, spero di condividere il mio modo di vedere le cose e di cercare la bellezza anche negli angoli più bui con chi avrà voglia e piacere di ascoltarlo.

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Più che aspettarmi qualcosa, direi che mi auguro che questo lavoro possa incontrare persone che abbiano voglia di sentirlo e che si sentano vicine al mio racconto, quel tanto che basta per decidere di portarlo con sé.

Sei stata a contatto con artisti di grosso calibro, cosa ti è rimasto a livello artistico del loro incontro?

Ho provato a imparare qualcosa in più ogni volta in cui ho avuto la fortuna di trovarmi a fianco dei grandi artisti che ho conosciuto da vicino. Mi porto dietro molte cose dai loro incontri, soprattutto un senso di forte gratitudine e la voglia di andare avanti, nonostante le difficoltà.