“Normare la vaccinazione in farmacia”, la proposta dell’associazione Futurpharma

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ROMA – “Normare la somministrazione dei vaccini in farmacia, così come già avviene in numerosi paesi, prevedendo un percorso di formazione abilitante per i professionisti del farmaco”. La riflessione arriva dall’associazione di farmacisti Futurpharma, che da tempo sta portando avanti iniziative per sensibilizzare le istituzioni a intraprendere azioni per dare maggiore risalto alla figura del farmacista, soprattutto alla luce dell’importante ruolo svolto nell’ambito del sistema sanitario e soprattutto nell’impegno profuso dalla categoria durante l’emergenza Covid-19.

E proprio le ultime notizie relative alle sperimentazioni di vaccini per sconfiggere il Covid-19 e sulle future modalità di somministrazione, hanno riportato in luce un tema molto sentito dagli utenti, ovvero quello di poter avere questo tipo di servizio anche nelle farmacie che, per diffusione e presenza territoriale, possono raggiungere tutta la popolazione riducendo tempi e costi. “Secondo i dati diffusi di recente dalla Federazione farmaceutica internazionale (Fip), spiega la presidente di Futurpharma, Dott.ssa Rossana Matera, “le farmacie comunitarie offrono il servizio di vaccinazione a circa 1,8 miliardi di persone nel mondo. Sono attualmente 36 le nazioni che, attraverso leggi ad hoc, hanno consentito la vaccinazione in farmacia, e nel giro dei prossimi anni il numero è destinato a salire con altri 16 Paesi”.

Nello specifico, gli Stati dove la vaccinazione in farmacia è delegata al farmacista stesso sono passati da 13 a 26, invece sono cresciuti da 7 a 10 quelli in cui il vaccino è somministrato in farmacia, ma da un altro professionista sanitario (in genere un medico e un infermiere). Sono 36 i tipi di vaccino che sono stati autorizzati per la somministrazione in farmacia, tra cui quelli per l’influenza, l’epatite B e il tetano. Inoltre, nella maggior parte dei paesi il servizio è a carico dell’utente, e solo in alcuni casi il costo viene coperto dal Servizio sanitario pubblico.

Attualmente, questo tipo di attività è preclusa in Italia, secondo quanto previsto dall’articolo 102 del Testo unico delle leggi sanitarie (Tuls) che vieta l’esercizio contemporaneo della professione di farmacista e di altra professione o arte sanitaria da parte della stessa persona. Per questo, è necessario un intervento legislativo che dovrà prevedere anche un percorso abilitante per i farmacisti che, attraverso una specifica formazione (aggiuntiva ai corsi ECM già previsti), consenta ai farmacisti di somministrare i vaccini. Quanto alla retribuzione, secondo Futurpharma la competenza va pagata al farmacista vaccinatore che intende abilitarsi usufruendo di percorsi di formazione garantiti da personale medico e infermieristico.

“In diversi  paesi del mondo”, conclude la dottoressa Rossana Matera, “le farmacie rappresentano il primo punto di accesso alla salute in caso di necessità e i farmacisti, nel rispetto del loro codice deontologico, svolgono un lavoro importante nell’educazione sanitaria e nell’informazione ai cittadini, sensibilizzandoli ai corretti stili di vita. Per questo, riteniamo che  le altre professioni sanitarie debbano trovare insieme a noi una modalità nuova di lavoro nel rispetto di tutte le competenze e soprattutto, caratterizzando la formazione dei professionisti con enorme valore professionalizzante grazie all’ausilio di percorsi di studio istituzionali”.