Pooh: “Non ci siamo mai fatti influenzare dalle mode”

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MILANO – I Pooh sono stati ospiti di RTL 102.5 in compagnia di Angelo Baiguini, Fulvio Giuliani, Niccolò Giustini e Cecilia Songini. Dopo averlo trasmesso in diretta, la prima radiovisione d’Italia ha riproposto ai suoi ascoltatori la replica integrale del concerto allo Stadio San Siro di Milano. Ospiti speciali, per commentare questo incredibile show, i Pooh.

Quello che si è svolto a San Siro è il concerto più lungo della loro carriera ed è solo il primo degli appuntamenti live in programma. Cinquantasei brani per tre ore di musica live che hanno fatto cantare il pubblico di Milano e gli ascoltatori della prima radiovisione d’Italia, che, anche a distanza, hanno potuto partecipare a questo già storico evento.

«È il concerto dei concerti», lo definisce Angelo Baiguini, «Un regalo per i presenti al concerto e per gli ascoltatori», continua. E via con lo show di San Siro. «San Siro è impressionante, una bomboniera. Quando è pieno, dal palco fa paura», afferma Roby Facchinetti. «Per questo ritorno ci siamo preparati bene. C’era solo la parte sana dell’emozione. Non c’era paura ma solo tanta voglia di tornare sul palco insieme», continua Red Canzian.

Lo show inizia con “Coro dei pellegrini” di Wagner, intro recuperata da un loro vecchio tour teatrale degli anni ’70. Un ritorno al passato, ma con uno sguardo al futuro, è anche il primo brano in scaletta “AMICIXSEMPRE”, che ha dato il via a questo progetto, prodotto e organizzato da Friends & Partners e Color Sound. «Sono pazzo di loro», dice il numero uno di F&P, Ferdinando Salzano. «Uno spettacolo straordinario, rivederlo oggi è un’emozione unica. Un applauso a questa storica band che ha fatto la storia della musica italiana», continua.

A RTL 102.5 il ricordo di Valerio Negrini: «La caratteristica fortissima di Negrini era questo suo modo di scrivere, i suoi brani erano cortometraggi. Anche questo brano sembra una sceneggiatura», ricorda Roby Facchinetti.

Uno spettacolo a 360 gradi, con dei laser verdi che invadono lo stadio su “Giorni infiniti”. «Siamo stati i primi a usare i laser nel ’78. Il verde ha colpito tutti quando abbiamo cominciato a costruire dei cieli sopra i tetti dei teatri», dice Red Canzian. «Siamo un po’ pignoli, ci piace fare le cose bene, curarle fino in fondo. Abbiamo fatto settimane e settimane di prove. Tre ore di musica non sono semplici», continua Dodi Battaglia. «Mi stupisco sempre dei miei colleghi, alla fine del concerto non eravamo stanchi. Questa scaletta è magica», aggiunge Red.

Anche un grande ricordo di Stefano D’Orazio con “50 primavere”, interpretata da Riccardo Fogli. «L’ho ascoltata cantata da Stefano mille volte e mille volte mi sono commosso. Mi immergo con passione e con rispetto», racconta Fogli. «Una scelta rischiosa. Questo brano era molto personale, Stefano l’ha scritto per i suoi genitori e Riccardo l’ha approcciato con cautela, colpendo nel cuore 50mila persone», dice Red Canzian.

I Pooh sono tornati sul palco a distanza di sette anni dall’ultimo concerto. Una reunion voluta da tutti, in particolare dai loro figli. «Dopo aver cantato a Sanremo abbiamo deciso di fare San Siro, ma doveva essere uno spettacolo unico. Poi, in pochissime ore, abbiamo venduto 30.000 biglietti. Lì ci siamo detti ‘i nostri figli avevano ragione’», spiega Roby Facchinetti.

Un grande amore, da parte di un vastissimo pubblico. «Abbiamo grande rispetto per il nostro pubblico, in qualsiasi cosa facciamo. Salire sul palco significa non solo dare qualcosa ma anche ricevere qualcosa. La gente ci ha dato tanto amore, hanno cambiato le nostre vite», dice Red Canzian. «Noi siamo molto popolari, molto italiani. Abbiamo una forza di penetrazione nel nostro pubblico molto importante», aggiunge Dodi Battaglia.

Canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana. «Andavamo a vedere gli artisti per ispirarci, ma col filtro della nostra anima», spiega Red. «Non ci siamo mai fatti influenzare dalle mode, questo è il segreto del nostro successo. Abbiamo sempre osservato ciò che accadeva del mondo ma abbiamo sempre avuto un nostro modo di intendere la musica», continua Roby.

La lunga scaletta presentata dai Pooh racconta molto della storia musicale della band. «Quando abbiamo fatto la scaletta abbiamo pensato di aprire dei paragrafi musicali. Una bella strategia, perché una volta presentato un momento anche la gente si mette nella condizione di avere una certa predisposizione», racconta Dodi Battaglia. «Non c’è un brano in particolare che mi piace suonare, ma penso che c’è un momento della nostra carriera che mi è piaciuto particolarmente, di grande coesione: quello legato al disco Parsifal, di cui facciamo quattro brani», continua. Uno spettacolo che ha divertito ed emozionato. «Sentire San Siro cantare è un’emozione enorme, il vero motivo per cui abbiamo scelto di fare questo mestiere», dice Roby Facchinetti commentando la reazione del pubblico a “Stare senza di te”.

Il 31 agosto 2023, “Parsifal”, compie 50 anni. «Questa è una delle ragioni per la quale abbiamo deciso di rimetterci in gioco e di ritornare sul palco. È un anno molto speciale, non solo pe questo disco, ma anche perché quest’anno sono 10 anni che il nostro poeta Negrini se n’è andato», spiega Facchinetti. «Per me è stato un grandissimo onore entrare a far parte dei Pooh proprio con questo disco, 50 anni fa. La vita è davvero straordinaria, a volte decide lei per noi, a volte lascia a noi la scelta. Per quanto mi riguarda, le scelte di questo uomo hanno fortemente modificato la mia vita. Ho imparato a conoscerlo e a volergli molto bene: Riccardo Fogli», così Red Canzian ha introdotto “Vieni fuori”.

Su “Viva” un incredibile riff di Dodi Battaglia, «Forse, fra tutti i nostri brani, questo è il più complesso per me», svela. «Non smetto mai di allenarmi due o tre ore al giorno, come musicista continuo ad essere curioso. Partire da quelle poche corde ti da la possibilità di esplorare molti mondi», continua. Una carriera incredibile, segnata dalla passione per la musica. «Ai giovani dico sempre che nella vita tutto si può misurare, anche la passione. Ma la passione che sposta le cose è quella che non ti fa dormire. Se non ti toglie il sonno non è vera, deve essere in cima a tutto. Questi risultati li raggiungi solo così, deve essere al di sopra di ogni pensiero», dice Roby Facchinetti.  «In Italia, oggi, ci sono molti giovani promettenti, che iniziano ad avere un repertorio. È questo il punto, è importante iniziare a costruire un repertorio. Noi ora stiamo riascoltando la nostra storia e a San Siro abbiamo avuto questa risposta straordinaria del pubblico. Oggi le cose sono cambiate, molti giovani rischiano di non avere un futuro perché non riescono a costruire delle carriere», continua.

“C’è una parte di questo concerto dedicato all’approccio acustico che i Pooh ad un certo punto hanno avuto. Un momento meno sfarzoso, molto più confidenziale”, dice Battaglia. “Questo brano parla di un viaggio. Valerio amava molto viaggiare, così ci ha raccontato questo suo viaggio in Oriente”, dice Roby Facchinetti introducendo il brano “Orient Express”.

“Chi fermerà la musica” chiude il primo concerto dei Pooh a San Siro, un evento straordinario che ha celebrato la loro carriera e il loro legame speciale con il pubblico. La passione e l’amore per la musica hanno continuato a guidare la band dopo tutti questi anni, dimostrando che la musica può davvero unire e trasformare la vita delle persone. Una storia incredibile che rimarrà nel cuore di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di esserne parte. I Pooh torneranno il 15 luglio allo stadio Olimpico di Roma.