“Abbiamo numeri molto importanti dall’esperienza israeliana e inglese – continua – che indicano che si tratta di una misura di sanità pubblica opportuna per evitare che la diminuzione della protezione anticorpale comprometta la capacità di risposta dei soggetti fragili dal punto di vista anagrafico. Tra l’altro sappiamo che gli italiani sono più longevi ma anche più fragili rispetto agli altri Paesi, soprattutto le donne. E questa è una delle motivazioni per cui abbiamo un’elevata mortalità rispetto agli altri e per cui ritengo ancora più importante l’ulteriore dose vaccinale”.
Nei due Paesi pionieri della quarta dose “l’offerta attiva del vaccino è stata fatta alle persone in età più avanzata e questo ha consentito di avere molti dati su cui si può ragionare in questa fascia di età”. Per quanto riguarda, invece, l’allargamento a tutti, “bisogna aspettare”, conclude Ricciardi.
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