Romina Monteleone, e il pastello diventa mezzo per raccontare il bello della vita

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alone - togheter

Oggi desidero farvi scoprire un’artista che ha scelto i pastelli per esprimere il proprio io creativo e lo sguardo solare e sorridente attraverso il quale guarda il mondo

La tecnica del pastello nacque nel periodo del Rinascimento per rifinire i disegni a matita, poi, nel Settecento divenne una tecnica autonoma usata soprattutto per eseguire i ritratti. Nel periodo contemporaneo sta vivendo di nuova vita da artisti che scelgono l’Iperrealismo come corrente espressiva o, come nel caso della Monteleone, quelli che si avvicinano al Realismo Espressionista.

Emerge già dal primo sguardo la natura solare di questa artista romana, un approccio alla vita fatto di cose semplici, secondo il ritmo lento che permette di apprezzare e approfittare di ogni momento emotivamente rilevante, attraverso quell’attenzione ai piccoli dettagli che permettono di cogliere l’attimo di eterno che diversamente sfuggirebbe. Racconta di mare, di spiagge, di elementi di una quotidianità serena, vissuta osservando quella natura che già di per sé costituisce un valido motivo per ricevere sensazioni intense, anche se non colte da qualunque sguardo. Ma è proprio questo il ruolo degli artisti, quello di immortalare, di mettere in evidenza dettagli e scorci che diversamente non l’avrebbero, dare rilevanza a tutto ciò che normalmente si nasconde agli occhi disattenti e veloci del vivere contemporaneo.

psychedelic cat

Realista nel disegnare la natura, come nell’opera Psychedelic cat, in cui un gatto rosso sembra volersi aggrappare alla rete per risalirla ma poi si ferma per osservare, laconico, qualcuno che lo sta osservando e chiamando con voce suadente.

iphiclides wisteria

Il pastello sfumato in questo caso serve a descrivere la morbidezza del pelo rosso, il fermo immagine di un attimo di tenerezza in cui lo sguardo è protagonista. O ancora in Iphiclides Wisteria, dove i colori vividi della meravigliosa farfalla sono evidenziati dai contorni appena accennati del fiore su cui si sta posando e dello sfondo di un luogo indefinito di cui non è importante conoscere i dettagli.

Poi i paesaggi come Ma si può amare la nebbia? dove il panorama intero è avvolto, quasi intriso dell’umidità della nebbia, mantello misterioso e meditativo nel quale però la Monteleone non si sente a suo agio, perché lei ama i colori vividi, ama il sole, ama la vitalità della luce. Ecco perché intitola l’opera utilizzando una domanda retorica che, in qualche modo, cela e svela la sua personale risposta. Nel momento in cui però racconta di persone e di luoghi e attimi più affini alla sua natura, il tratto sembra spostarsi verso l’Espressionismo, sia per le tonalità forti e vivaci dei colori scelti, sia per l’evidenziazione di alcuni elementi che assumono forme e dimensioni completamente disarmoniche rispetto al contesto in cui si trovano. Ma quella modificata proporzione è necessaria a parlare in modo chiaro a un’interiorità che a volte ha bisogno di sentire una voce più forte per cogliere un particolare che sottovoce invece resterebbe inascoltato.

san lorenzo

E dunque la luna di San Lorenzo, è talmente grande da irradiare di luce persino il cielo scuro della notte, con quel colore giallo intenso che la Monteleone usa per dire quanto sia bello vedere la vita a colori; e ancora in Sun vs Moon, dove la donna, ma in senso più ampio l’individuo, è e vuole restare elemento di positività e di luce a contrasto della notte, in qualunque posto nel mondo, qualunque sia la razza o la religione, perché l’essere umano ha in sé il potere di combattere le ombre.

sun vs moon

E infine Protection, immagine di grande tenerezza dove lo sguardo materno infonde serenità e sicurezza al bimbo che riposa beato dentro quell’abbraccio che sa che non gli mancherà mai perché in fondo è tutto ciò che una madre può dare e tutto ciò di cui tutti abbiamo bisogno.

protection

Il pastello in questi casi è utilizzato in modo netto, nitido, incisivo ben definito eppure movimentato da un gioco di ombre che rende le stoffe morbide, a volte impalpabili eppure in rilievo nei confronti di uno sfondo quasi sempre irrilevante, o nebuloso, oppure ancora indefinito proprio per l’importanza che Romina Monteleone sceglie di dare all’umano, a ciò che sente, ciò che percepisce, rendendolo protagonista non solo dell’attimo immortalato bensì di un modo di essere, di vivere, di trovare il suo spazio in un mondo che va avanti anche senza di lui.

l'inconsapevole donna col cappello

Mamma e donna di scienza nella vita reale, la Monteleone approccia l’arte come autodidatta e sceglie, perché lo sente come irrinunciabile, di dover esprimere il proprio essere, la gioia delle emozioni generate dalla maternità, raccontando con la sua personale voce, il suo mondo fatto di luce e sole, inseguendo il sogno nel cassetto di poter trasformare la sua passione nel lavoro della sua vita.

ROMINA MONTELEONE – CONTATTI

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