Santa Rita da Cascia venerata il 22 maggio

117

casciaCASCIA (PG) – Ci sono delle vite impermeabili alla preghiera e altre che parlano solo di preghiera. Come quella di Santa Rita da Cascia venerata nell’omonima piccola cittadina umbra il 22 maggio. Sposa madre e vedova, vestì l’abito claustrale dopo aver perso il marito ed entrambi i figli e da quei tragici momenti perdonò e dal suo noviziato tanta potenza di fede è sgorgata e tutt’oggi sgorga.

Riposa nel Monastero di Cascia alla vista dei fedeli all’interno della grande bella Basilica. Rose rosse la adornano sotto il letto di morte e ricordano l’episodio prodigioso che è passato alla storia della Chiesa e la rappresenta nelle iconografie varie nonché nelle statue. Chiese al tramonto della vita a sua cugina, di portarle da Roccaporena, sua città natale, due fichi maturi (segno che i figli fossero stati ormai maturi per il Cielo) e una rosa rossa (segno che il marito fosse anche egli passato al Cielo e delle spine affrontate da Rita sulla Terra) . Era pieno inverno e la cugina anche se pensava che fosse delirante per la malattia, le obbedì e tornando a Roccaporena trovò quanto la Santa le aveva chiesto.Piena di stupore e gioia tornò a Cascia per mostrare a Rita che i suoi desideri erano stati realmente esauditi.

vite di santa ritaUn miracolo ancora vivente ed evidente è invece la vite che pur secca, Rita innaffiò per obbedienza alla Madre Superiora e che non solo riprese vita, ma da allora non ha mai smesso di fiorire. L’Università di Perugia ha dichiarato che si tratta esattamente di una vite del 1400. In questi giorni ha già indosso piccole foglioline verdi.

Santa Rita è la santa del perdono, del coraggio, della fortezza, della pazienza, della pace, della gioia, della speranza, dell’amore. Santa materna pregata e conosciuta non solo in Italia ma anche lontano dalla penisola, durante la mia visita ho visto polacchi, brasiliani e americani, feconda nel suo servizio terreno, non mancherà di certo di prodigarsi in cielo per i figli di Dio.

I Santi non smettono di lavorare per quel Dio che tanto hanno amato nonostante prove e sacrifici e perpetuano ad operare il bene, ad intercedere e spargere profumo di grazie e rose.