Scrollo, il primo singolo di Supernino: l’intervista

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La tecnologia che ci circonda sta diventando sempre più un’estensione del nostro cervello. Non è detto che sia per forza un bene o un male, è solo un dato di fatto

Scrollo è il primo singolo di Supernino, supereroe con pochi poteri in uscita per Sony Music Italy il 29 gennaio. Supernino è un’insegna al neon alla fine del prossimo secolo. Un anti-eroe contraddittorio, un paradosso temporale. É un cinema tridimensionale in una puntata di Black Mirror ambientata più di cento anni fa. Nella vita si occupa di intelligenza artificiale, e fuori dall’ufficio vive per una musica che per lui è una sorta di proiezione tridimensionale della vita, da guardare attraverso apposite lenti. E lo fa con un QI drasticamente sopra la media, cercando di differenziarsi dal fratello gemello laureato in medicina in una forma di arte che preveda aghi ma solo quando si parla di giradischi.

Supernino ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Scrollo” è il tuo primo singolo, come si caratterizza?

Scrollo racconta con non poca ironia di un amore finito, che si può rivivere solo attraverso i ricordi sui social. Lo smartphone diventa quindi una capsula del tempo in cui il passato resta incamerato sottoforma di foto e video, tra i quali spesso, con un po’ di nostalgia, ci ritroviamo a “scrollare” appunto. Mi piace il fatto che lo stesso contrasto tra passato e presente sia evidente anche a livello compositivo, utilizzando suoni anni 80 per la base su cui viene cantato un testo che invece è molto attuale.

Cosa vuoi comunicare con questo brano?

Che la tecnologia che ci circonda sta diventando sempre più un’estensione del nostro cervello. Non è detto che sia per forza un bene o un male, è solo un dato di fatto. Prima o poi mi immagino sarà impossibile “dimenticare”. A voi piacerebbe non dimenticare più nulla?

Che tipo di accoglienza ti aspetti?

Spero che sia l’inizio di un bel percorso. Vorrei portare qualcosa di diverso nel panorama musicale attuale, qualcosa che sia riconoscibile come mio. La strada è lunga ma voglio farcela!

Come nasce il tuo progetto musicale?

Prima di iniziare questo progetto cantavo e suonavo in diverse band. Poi a un certo punto ho sentito il bisogno di sperimentare qualcosa di mio, in modo da poterne curare ogni dettaglio e provare nuovi generi su cui non mi ero mai cimentato. Così gli strumenti acustici sono stati sostituiti da quelli virtuali, i testi sono diventati più frenetici e attuali e i miei brani hanno iniziato a prendere vita non più in una sala prove ma all’interno del mio pc.