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Segre, ultimo intervento pubblico: “Con le leggi razziali fui invisibile”

RONDINE (AREZZO) – “Un giorno di settembre del 1938 sono diventare l’altra. So che quando le mie amiche parlano di me aggiungono sempre la mia amica ebrea. E quel giorno a 8 anni non sono più potuta andare a scuola. Ero a tavola con mio papa e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. Chiesi perché, ricordo gli sguardi dei miei, mi risposero perché siamo ebrei, ci sono delle nuove leggi e gli ebrei non possono fare più una serie di cose. Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini. Molti miei compagni non si accorsero che il mio banco era vuoto”.

Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre avviando la sua ultima testimonianza pubblica stamani a Rondine (Arezzo) Cittadella della pace, evento a cui erano presenti, tra gli altri, il premier Giuseppe Conte, il presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, e il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.

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Redazione L'Opinionista

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