Stefano Cinti ci parla del nuovo singolo “Io non sono razzista, ma…”

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stefano cinti chitarra

“Ho scritto ‘Io non sono razzista, ma…’ cercando di descrivere l’atteggiamento verso ciò che è diverso da noi, i luoghi comuni, i pregiudizi e la pigrizia di confrontarsi con gli altri”

Dal 13 maggio 2022 è disponibile in rotazione radiofonica “Io non sono razzista, ma…” (Italiana Musica Artigiana), il nuovo singolo di Stefano Cinti, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 27 aprile. É un brano di musica pop con elementi funk e rhytm&blues. Il testo si sviluppa in un cantato/parlato che descrive con realismo ed ironia l’atteggiamento verso ciò che è diverso, i luoghi comuni, i pregiudizi “Io non sono razzista, ma nel mio quartiere gli indiani hanno comprato le bancarelle della frutta e sono sicuro che quando devono dare il resto ci provano sempre a darne di meno” ma anche la pigrizia di confrontarsi con gli altri “Io non sono razzista, ma quando parlo con un africano, anche se e’ nato qui e parla il nostro di dialetto, c’e’ poco da fare, non e’ come il nostro dialetto”.

Stefano Cinti ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Io non sono razzista, ma…” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Si tratta di un brano di musica pop con elementi funk e soul. Il testo si sviluppa in un cantato/parlato che descrive con realismo ed ironia l’atteggiamento verso ciò che è diverso, i luoghi comuni, i pregiudizi ma anche la pigrizia di confrontarsi con gli altri. Il testo evidenzia come elementi importanti quali l’identità culturale, religiosa o linguistica, possono rappresentare un elemento di divisione.

Cosa vuoi trasmettere con questo brano?

La canzone fa riflettere su tutti questi argomenti e si conclude positivamente sottolineando che esiste una continuità tra tutti gli individui, che siamo tutti fatti della stessa sostanza e quello che ci differenzia, la nostra cultura, le esperienze di vita, anche se a volte può far paura deve essere considerato un valore aggiunto e non un elemento divisivo. Abbiamo un alleato potente: l’empatia. Dobbiamo studiarla, disciplinarla e attivarla nelle nostre vite, per continuare a vivere in un mondo che sarà sempre più multietnico e multiculturale. Mi piacerebbe che la canzone e il relativo video facessero riflettere su questi argomenti e che la riflessione portasse a mettersi in gioco e confrontarsi.

C’è anche un videoclip, come si caratterizza?

Il video è stato realizzato a Bruxelles con la partecipazione dei bambini del “Centre Communautaire Maritime (CCM)” di Molenbeek-Saint-Jean. Alcune scene sono state girate presso il CCM, altre invece all’aperto nel quartiere di Molenbeek-Saint-Jean e nella citta’ di Bruxelles. Nel video due personaggi si confrontano in situazioni diverse: in un pub, in macchina all’interno di un parcheggio, durante una passeggiata in citta’. Il personaggio principale da’ voce con forza e cinismo al pregiudizio e ai luoghi comuni, cercando di convincere l’altro che invece vi si oppone. L’ironia del testo viene amplificata dal comportamento caricaturale del personaggio principale e dalle reazioni dell’interlocutore. I giochi, le risate, le espressioni e gli atteggiamenti spontanei dei bambini, sottolineano l’assurdità del pregiudizio e dei luoghi comuni in un mondo che è in continua evoluzione. I balletti dei bambini e dei due personaggi invitano a mettersi in gioco e a confrontarsi per migliorarsi ed imparare a vivere con gli altri, in un mondo che sarà sempre più multiculturale e multietnico.

Come nasce il tuo progetto musicale?

E’ una alchimia difficile da descrivere. Alcune volte arrivano prima le parole e poi dopo la musica, altre invece si manfesta prima la melodia o una sequenza di accordi. Raramente accade che tutto venga fuori già bell’e pronto. E’ stato il caso del brano: la fine del mondo che ho scritto in circa mezz’ora sull’onda della rabbia e frustrazione che ho provato all’inizio del confinamento per la pandemia da COVID-19. In ogni caso il processo creativo non è completamente irrazionale, direi anzi che scaturisce dall’osservazione della realtà e dalla sua elaborazione. Il tutto ha una sua logica e richiede una buona dose di disciplina perche’ se non ‘fissi’ subito quello che ti viene in mente lo perdi altrettanto velocemente e per sempre.