“Switch off”, il nuovo singolo di Cristiano Turato feat. Maurizio: l’intervista

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cristiano turato

“Mi piace molto leggere, osservare e comprendere quali meccanismi partecipano alla crescita dell’essere umano. ‘Switch off’ è l’istante tanto semplice quanto complesso di una scelta essenziale: scegliere di essere liberi”

Dal 20 maggio 2022 è disponibile in rotazione radiofonica “Switch off” (Videoradio) feat. Maurizio Vercon, il nuovo singolo di Cristiano Turato, già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 6 maggio. Il brano “Switch off” è ispirato al famoso esperimento sui cani di “Ivan Pavlov” (1849-1936), per cui vinse il Premio Nobel nel 1904. “Ci si abitua in fretta 21 giorni e poi la noia, un colpo di spugna” è l’effetto di un riflesso condizionato; uno stimolo in grado di provocare una reazione involontaria.

Cristiano Turato ci a gentilmente concesso un’intervista.

“Switch off” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Non vorrei essere troppo serioso ma, per onor di cronaca, devo svelare qual è stato l’incipit da cui sono partito per scrivere il brano. Una manciata di mesi fa sono stato, insieme alla Adri (mia moglie), a Bologna per un seminario tenuto da Mirella Santamato, scrittrice e poeta, dal titolo “Eros il grande guaritore”. Quel giorno sono venuto a conoscenza di un esperimento relativo al cosiddetto “riflesso condizionato”, uno studio sviluppato dallo scienziato Ivan Pavlov, per cui nel 1904 prese il premio Nobel. Cercatelo in qualche motore di ricerca se pensate sia di vostro interesse. La sera poi, alla fine del seminario, avevo già scritto parte del testo e tessuto le fondamenta di “switch off”.

C’è anche un videoclip, come caratterizza?

Il videoclip rappresenta il giochino moderno degli ultimi vent’anni circa. Un mondo virtuale portato all’eccesso, ed è ciò che facciamo tutti dietro la videocamera di uno smartphone. È finzione filtrata da software e circuiti fatta passare per realtà. Nel videoclip, girato e montato da Carol Carraro, abbiamo giocato e ci siamo divertiti nell’amplificare un pò di situazioni da social. E poi nell’inciso ho voluto spedire il mio personale “message in a bottle” a tutti: alla fine della giornata con un pò di saudade capisci che in fondo sono le cose semplici, come un abbraccio per esempio, che ti possono arricchire.

Com’è avvenuto l’incontro musicale con Maurizio Vercon?

Ci siamo conosciuti nel dicembre 2019 dentro un aereo, tutti e due verso Marsala, per un evento benefico al Teatro Impero. In quel volo abbiamo compreso da subito la nostra complicità artistica e umana. Io ho trovato un amico e un grande musicista.

Sei un musicista, speaker, cantante eclettico e versatile. Come ti sei avvicinato a questo mondo?

Dodicenne ero in chiesa vicino mio nonno, in verità non mi divertiva molto andarci, se non per vedere i musicisti che suonavano le canzoni. Venni attratto da una chitarra rosso fiammante delle Eko, con un sacco di tastino e controlli, che figata. E poi c’erano la batteria, le tastiere e il basso sembrava di stare in quelle cerimonie soul americane con i musicisti e il coro: mi chiedo spesso come mai non ci sia più nulla!!! Avendo vissuto, poi, fino ai miei tredici anni a casa dai nonni, avevo la possibilità di metter su i 33 nella grande radio del nonno, usata durante la guerra per ascoltare le notizie. Radio intorno alla quale si radunavano tante famiglie che non avevano la possibilità di acquistarla.