“They call me George”, il nuovo singolo di Matteo Greco

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“Ho scritto questa canzone per cercare di non far dimenticare questo episodio, che come tanti altri, passati e recenti, lascia sgomento”

È disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “They call me George”, il nuovo singolo di Matteo Greco. They call me George è la versione in inglese di “Mi chiamo George”, un brano dedicato all’ultimo giorno di vita di George Foyd, ucciso in Minnesota da un agente di polizia il 25 maggio 2020. Matteo Greco ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“They call me George” è il tuo nuovo singolo, come nasce?

Nasce per il desiderio di lasciare un segno profondo e di raccontare la storia dell’ultimo giorno di George Floyd. Questa versione uscita dopo la prima in italiano di “Mi chiamo George”

Quale messaggio vuoi lanciare con questo brano?

Un messaggio di unione, di stop all’odio raziale in entrambe le direzioni e soprattutto di presa di coscienza che siamo arrivati ad un punto in cui abbiamo perso i valori sul rispetto della vita altrui. Quindi credo che prima di fare qualsiasi cambiamento dobbiamo realizzare dove realmente siamo e quello che sta accadendo sul serio oggi, senza bendarci gli occhi.

C’è anche un videoclip, come si caratterizza?

Si un videoclip girato in una vecchia cava abbandonata di Arcevia, nel monte sant’Angelo, che è stato teatro di tanti morti durante la seconda guerra mondiale. Ho scelto questa location anche perchè sulla torre della cava c’è il grande grafitto del californiano Zio Ziegler, proprio realizzato per essere contro qualsiasi forma di guerra e sopruso.

Sei da sempre attento alle problematiche sociali e non solo, a cosa è dovuta questa inclinazione?

Con le canzoni credo si possa comunicare tantissimo, forse è lo strumento più potente che abbiamo per trasmettere emozioni, quindi cerco di lanciare dei messaggi sociali e raccontare storie per cercare di aprire delle porte di riflessione.