STRASBURGO – Erano molto alte le aspettative per il “discorso sullo stato dell’Unione”, che la presidente della Commissione europea ha pronunciato oggi davanti alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, e quasi inevitabilmente qualcuno è rimasto deluso. Von der Leyen ha focalizzato fin troppo il suo lungo intervento sulla guerra in Ucraina, le accuse all’aggressore russo, e soprattutto la risposta che l’Ue dovrà dare alla crisi energetica senza precedenti, neanche negli anni ’70, che è stata deliberatamente provocata dalle guerra e, anche nei mesi precedenti, dalle manipolazioni del mercato da parte del regime di Mosca.
Di conseguenza, poco o nessuno spazio è stato dato ad altri temi fondamentali per l’Ue, come la difesa, l’allargamento, l’autonomia strategica, e persino il clima e l’ambiente, cavallo di battaglia fin dall’inizio di questa Commissione con il suo Green Deal. Ma anche in campo energetico, è evidente la marcia indietro rispetto al “price cap”, il tetto al prezzo del gas russo, innanzitutto, e possibilmente anche a quello di altra provenienza, che diversi Stati membri, a cominciare dall’Italia, chiedono da tempo. Una proposta che alla fine la Commissione si era impegnata a sostenere e a proporre alla discussione dei ministri dei Ventisette.
Ma von der Leyen ieri ne ha parlato come di un’ipotesi ancora in alto mare (“i tetti al prezzo attualmente in discussione”), e ha prospettato, piuttosto, una soluzione alternativa: quella di una “task force” per trattare un giusto prezzo con i fornitori “affidabili” di gas, come la Norvegia. “I ministri dell’Energia la settimana scorsa a Bruxelles hanno espresso riserve su un tetto al prezzo del gas, affermando che rischia di compromettere la capacità dell’Ue di negoziare accordi di con fornitori alternativi”, ha riferito la presidente della Commissione. “Dobbiamo continuare a impegnarci per abbassare i prezzi del gas”, ma “bisogna garantire – ha aggiunto von der Leyen – tanto la sicurezza dell’approvvigionamento quanto la nostra competitività a livello globale”.
“Elaboreremo quindi insieme agli Stati membri – ha annunciato – una serie di misure che tengano conto delle specificità delle nostre relazioni con i fornitori, da quelli più inaffidabili come la Russia ai partner fidati come la Norvegia. Ho concordato con il primo ministro norvegese Støre l’istituzione di una ‘task force’ e i lavori sono già iniziati”. Ma non vanno sottovalutate le misure concrete d’emergenza contro il caro energia, finalmente definitive e corredate di cifre precise, nel Regolamento del Consiglio che è stato proposto dalla Commissione dopo le molte bozze provvisorie circolate nei giorni scorsi.