Le Yayanice ci raccontano il nuovo singolo “Nero di troia”

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Yayanice

Dal 4 dicembre è in rotazione radiofonica “Nero di troia”, il nuovo singolo delle Yayanice. “Nero di Troia” è un brano pensato ed ispirato ad una persona che ci ha ferito, che ci ha girato le spalle e ci ha parlato in modo poco chiaro confondendoci. La canzone vuole essere uno sfogo un po’ fuori dai denti, “in vino veritas” come si suol dire.

Le Yayanice ci hanno gentilmente concesso un’intervista.

“Nero di troia” è il vostro nuovo singolo, di che cosa si tratta?

Nero di Troia è il secondo singolo estratto da GU.A.ST.O. dopo Coconut, l’ unico pezzo in inglese del progetto. Si tratta di un brano che fa parte, con altri quattro, del nostro primo EP e che vuole suggerire come a volte siamo vittime dei nostri stessi pensieri, a torto o a ragione, e come questi ci possano indurre ad esprimerci con una forma più dura del dovuto, con una schiettezza a volte pungente. Si tratta di uno sfogo fuori dai denti accostato ad un sound tranquillo, che se da una parte sembrano entrare in conflitto, dall’ altra vogliono invece sdrammatizzare il contenuto.

Cosa volete trasmettere con questo brano?

Il brano vuole essere sferzante e diretto, sostenuto da una sonorità pastosa che ha il compito di alleggerire il contenuto del testo. Nero di Troia è uno sfogo aperto, di denuncia nei confronti di chi ci ha fatto male e non ha voluto essere chiaro, confondendoci. Il “parlato” è più duro del “suonato” per lasciare intendere che anche nella manifestazione legittima dei propri pensieri e stati d’ animo, la leggerezza e l’ ironia sono fondamentali per relativizzare i contenuti e non fossilizzarsi in quei pensieri che protratti, fanno del male sia a noi che al destinatario.

Questo lavoro presenta anche un videoclip, com’è impostato?

Per Nero di Troia abbiamo deciso di non girare un videoclip vero e proprio ma semplicemente pochi secondi di riprese montate in loop, una sorta di copertina animata, che ci immortala nel momento in cui sole e scocciate, Giulia mi versa del vino svogliata e io lo tracanno impassibile. Il ciclo vuole essere ipnotico anche per rimandare allo spirito del brano che suggerire come a volte certi stati d’animo circolari ti portino ad esternare pensieri senza applicare dei filtri, magari andando un po’ sopra alle righe, come quando ci sentiamo in “vino veritas”.

Come nasce il vostro progetto musicale?

Nero di Troia fa parte di un progetto che si chiama GU.A.ST.O., un EP che sta uscendo in cinque puntate. GU.A.ST.O sta per GUardando Attraverso STrani Occhi ed è nato un pomeriggio, a Bologna in via del Guasto. Oltre a noi Yayanice erano presenti anche Nicolò Scalabrin (chitarra, basso e beats) e Riccardo Di Vinci (basso), che hanno partecipato attivamente alla stesura dei brani. Ciò che ha preso vita quel giorno ci piace considerarlo quasi un album che continuerà ad uscire a puntate nei prossimi mesi, quasi un progetto musicale sperimentale che mischia 5 stili diversi, dalla dance al soul, quasi un gioco per raccontare una storia da 5 punti di vista differenti. Questo per noi è solo l’ inizio di un’ avventura che ha preso forma quasi per caso e che vogliamo continuare ad alimentare.