Anneli Di Francis, tra Surrealismo e Metafisica per indagare l’ignoto e riflettere su ciò che verrà (IE)

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a stag and a bird with drinks

Gli elementi del non conosciuto, del non tangibile o verificabile, appassionano da sempre l’essere umano così come quella folta schiera di artisti che fanno della visione, del mondo immaginario e degli scenari futuristici la base della loro produzione pittorica. La protagonista di oggi ha la caratteristica di esplorare concetti esistenziali e di dare una sua personale interpretazione su ciò che attende l’individuo dopo il passaggio nel mondo, sulla base delle sue azioni e di come sceglie di viverlo.

Il Surrealismo fu uno dei movimenti artistici più rivoluzionari dei primi decenni del Novecento perché introdusse per la prima volta nella pittura e nella scultura il tema dell’inconscio e del sogno che dovevano manifestarsi liberamente sulla tela per narrare paure, inquietudini e sensazioni normalmente ottenebrate dalla mente razionale. Molto incise, nella nascita di questo movimento pittorico, lo studio sulla psiche di Sigmund Freud che svelò quanto la parte irrazionale dell’individuo pesasse sul suo comportamento e atteggiamento nei confronti della vita. Sulla base del singolo e personale approccio i capostipiti del Surrealismo, Salvador Dalì e Max Ernst, tratteggiarono un universo inquietante, più legata all’incubo che non al sogno, deformando la realtà relativamente alla percezione della mente inconscia e decontestualizzando oggetti e scenari per assecondarli al loro viaggio visionario. Al fianco dei due maestri si delineò un’intenzione creativa differente, più meditata, più rivolta a spiegare o lasciar trapelare il concetto nascosto oltre le cose e le persone narrate, dunque con uno sguardo più indagatore e riflessivo, tipica del coevo movimento Metafisico, che contraddistinse la straordinaria produzione artistica del belga Rene Magritte e del francese Ives Tanguy. In entrambi i casi l’opera d’arte diviene un mezzo per esplorare temi esistenziali, interrogativi che da sempre appartengono all’essere umano, temi che non vengono spiegati dagli artisti bensì semplicemente portati alla luce per lasciare all’osservatore il compito di interpretarne il senso e trovarne una risposta.

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Anneli di Francis, artista finlandese, coniuga nelle sue opere l’irrealtà, la visionarietà e l’inquietudine del Surrealismo più classico alla tendenza all’analisi e all’esplorazione profonda del concetto tipici della Metafisica, dando vita a uno stile affascinante che da un lato scuote l’osservatore per le sue immagini forti e di grande impatto emotivo, dall’altro però lo induce a meditare su se stesso, sul destino che va giorno dopo giorno costruendosi, e ad aprire la mente considerando possibili scenari che si potrebbero delineare nel mondo futuro.

another paradise 2020
2 Another paradise

Sebbene affidi la narrazione a personaggi singoli, le tematiche che la Di Francis affronta sono sociali, ambientaliste, esistenziali, e lo fa muovendosi tra un universo reale e uno parallelo che lascia sottintendere uno spiraglio, la possibilità di salvezza se solo l’individuo riesce a uscire dalle proprie gabbie, dai propri comportamenti immobilizzanti, dalle azioni distruttive nei confronti di se stesso e della terra in cui vive.

the warning
3 The Warning

L’opera The Warning affronta il concetto del tempo, quell’essenza indefinita che delimita il passaggio tra la nascita e la morte e che spesso viene sottovalutato perché considerato eterno; l’errore dell’uomo contemporaneo, sembra avvisare Anneli Di Francis, è dimenticare quanto rapido sia il suo passaggio sulla terra e di quanto sia importante impiegare e apprezzare ogni granello di istante senza sprecarlo, prima di trovarsi alla fine del percorso rimpiangendo ciò che ha lasciato andare e ciò che avrebbe potuto fare se fosse stato più consapevole. L’entità indefinita, per metà uomo e per metà animale, sembra essere il fantasma del passato, la somma dei rimpianti che, inevitabilmente accompagnano chi non è stato in grado di comprendere l’essenzialità del vivere ogni momento.

non puo parlare mai
4 Non può parlare mai

Anche la tela Non può parlare mai ruota intorno all’incapacità dell’individuo di liberarsi dalle ombre dentro cui egli stesso si colloca, dietro barriere fatte di silenzi, di freni inibitori e di maschere che gli impediscono di lasciar uscire alla luce del sole la sua vera natura; oppure, secondo un’altra interpretazione, il timore di non essere accettato o che le sue stesse idee non vengano accolte all’esterno lo induce a barricarsi dietro l’incomunicabilità che sembra ormai essere una delle principali cause della solitudine del vivere attuale.

the lament
5 The lament

L’opera The lament invece si sposta sul tema ambientalista svelando una profonda attenzione e sensibilità di Anneli Di Francis verso una natura che troppo spesso viene trascurata e data per scontata dall’uomo che la abita; e troppo spesso l’essere umano diviene nemico e distruttore dell’habitat che lo accoglie e che lo nutre e che dovrebbe tutelare anziché destabilizzarne l’ecosistema. Ecco dunque che la donna protagonista culla, cercando di riparare un danno ormai commesso, un’ape agonizzante accompagnandola dolcemente verso la sua scomparsa definitiva.

The Yellow Lemon
6 The Yellow Lemon

Stesso monito emerge nel lavoro The Yellow Lemon, unica nota di colore, e dunque di vita, in uno scenario post apocalittico in cui tutto sembra essere diventato arido e privo di linfa, dalla terra dietro la protagonista fino al cielo, sbiadito e pallido perché privato della vitalità generata dalla natura, da un’atmosfera pulita e risanata dalle piante. L’unica salvezza per l’umanità, suggerisce la Di Francis è tutelare e proteggere ciò che resta per sperare che, in virtù della capacità di ogni forma di vita di rigenerarsi e adattarsi alla nuova realtà, non sia troppo tardi per ricreare quella scintilla sufficiente a riprodursi e riconquistare il mondo.

The end of love
7 The end of love

Nel corso della sua lunga carriera, cominciata con gli studi presso la Scuola di Arti e Mestieri di Tervola, Finlandia, a seguito della quale ha deciso che l’arte sarebbe stata la sua vita, dal 2008 a oggi ha preso parte a numerose collettive internazionali esponendo le sue opere in Germania, USA, Inghilterra, Italia, Austria, Portogallo, Corea del Sud, Macedonia, Francia, Belgio, Olanda, Turchia, Svizzera, Ungheria, Spagna e, ovviamente, Finlandia; nel corso degli anni ha ricevuto molti premi e riconoscimenti e le sue tele fanno parte di collezioni private e pubbliche di tutto il mondo, tra cui l’Haegeumgan Theme Museum, Geoje, South Korea.

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