Nina Zilli: esce il video di “Munsta”

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foto di Andrea Lamberti

MILANO – Dal 20 maggio è disponibile su YouTube il video di “Munsta”, il nuovo singolo che segna l’atteso ritorno in musica di Nina Zilli, una delle artiste più energiche, interessanti e carismatiche della scena contemporanea italiana. Il brano, già disponibile su tutte le principali piattaforme digitali per Capitol Records Italy (Universal Music Italy) ha inaugurato così in grande stile la primavera in musica di Nina in una veste completamente inedita e rinnovata frizzante e piena di colori. Poliedrica e traversale Nina Zilli, al secolo Maria Chiara Fraschetta, è un vulcano di energia estremamente contagioso, un’esplosione di grinta e solarità che trova nella musica e nell’esigenza di comunicare attraverso la sua voce il perfetto equilibrio per sentirsi bene con sé stessa e con gli altri.

Il mondo di Nina è un tripudio di emozioni e sensazioni in grado di trasportare l’ascoltatore direttamente in una dimensione di sana positività, un vortice di vitalità allo stato puro in cui le sue mille anime e sfumature musicali convivono perfettamente, da quella più black, soul e R & B passando per il groove dell’amato reggae sino alla vena più rock e pop, senza dimenticare la canzone d’autore, fondendosi in un tutt’uno davvero inedito e sorprendente. Il videoclip del brano è interamente girato a Milano per la prima volta nella Casa di Toilet Paper una location unica e di incondizionata bellezza, coloratissima e di estremo fascino fabiesco in grado di catapultare subito l’ascoltatore della dimensione onirica di Munsta.

“Per realizzare questo video”, dichiara Nina Zilli, “mi piaceva l’idea di rubare il respiro della vita della farfalla e farla mia, attraverso un piano sequenza che ci ha permesso di descrivere simbolicamente le 24h di una farfalla. dal suo risveglio, quando si schiude dal bozzolo per prepararsi alla vita, sino al tramonto. Grazie all’incredibile location a disposizione e al finto piano sequenza, siamo riusciti a ricreare 4 favolosi mondi, divertendoci ad immaginare lo spirito con cui la farfalla affronta in suo viaggio. Colorato e leggero, mutevole ed effimero”.

“Munsta”, prosegue la cantautrice, “è una canzone a cui tengo molto e che ti proietta immediatamente nell’immaginario surf dei primi anni 60, ispirazione che mi è venuta guardando una vecchia puntata dei “Munsters” una serie tv, pre Famiglia Adams, caratterizzata da una colonna sonora surf strumentale. Il brano ci invita a riflettere sul tema della trasformazione, un processo naturale che fa parte di quella “metamorforsi” che prima poi interessa ognuno di noi. Anche se cambiare spesso risulta difficile se non impossibile, sono convinta del contrario. Giorno dopo giorno cambiamo, mutiamo, cresciamo, sia nel corpo che nello spirito. L’evoluzione è parte imprescindibile del ciclo naturale, ci piace l’idea di sentirci sempre uguali, fedeli a noi stessi, ma spesso sentiamo l’esigenza e il desiderio continuo di cambiare. Cambiare per migliorarsi, lavorare su sè stessi per sentirsi migliori, facendo combaciare l’immagine che gli altri hanno di noi con quello che siamo realmente è un passo importante nelle nostre vite. Evolversi e cambiare fa parte pertanto del naturale percorso di ogni essere vivente, un processo dal quale difficilmente si può scappare, nonostante ci siano comportamenti e atteggiamenti e anche persone che purtroppo sono destinate a non cambiare mai. Un’altra cosa che non cambia mai è l’erba cattiva. Rimane sempre là, sempre pronta a prendere il sopravvento. Munsta diviene pertanto uno slogan a tutti gli effetti e un manifesto che intende esaltare la trasformazione in tutte le sue molteplici forme e declinazioni possibili, una trasformazione intesa come quel mutamento che è intrinseco ad ogni essere vivente e che nel bene o nel male rimane di fondamentale importanza nella costruzione della propria essenza, contribuendo alla definizione della propria identità personale e artistica che immancabilmente fa parte delle nostre vite. Quello che importa davvero è vivere secondo le nostre regole, rimanere fedeli a sé stessi anche nel mutamento, accettare i cambiamenti e accettarsi, meglio un giorno “buono” da farfalla, dopo una vita passata nel bozzolo, piuttosto che un giorno o una vita intera da erba cattiva”.