“Trisonic”, il terzo disco di Fabrizio D’Alisera

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ROMA – Il 15 febbraio, dopo cinque anni di pausa discografica, Fabrizio D’Alisera ha pubblicato il suo nuovo disco, il terzo a suo nome: “Trisonic”, album che lo incorona baritonista di indiscusso talento.

Registrato in trio con Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Andrea Nunzi alla batteria, quest’opera arriva dopo Mr. Jobhopper e Crossthing, in cui il sassofonista romano suonava il tenore e il soprano. Trisonic è un disco di BeBop del terzo millennio se così possiamo dire, in cui manca volutamente lo strumento armonico. Scelta non facile, ma senza dubbio interessante, sostenuta da Filibusta Records, eclettica etichetta discografica con un ampio catalogo jazz.
Composto da nove tracce – di cui otto originali ad eccezione di Ask me now di Monk – Trisonic non prende il nome da uno dei suoi brani, ma da una parola scelta ad hoc: “Volevo qualcosa che esprimesse in modo diretto il concetto del trio – racconta D’Alisera -. Con questo titolo è subito chiaro il riferimento al numero tre, in italiano come in inglese. Infatti, se leggiamo tri alla latina, scatta il riferimento al three anglofono, che significa appunto tre. Funziona, nonostante la pronuncia non sia esattamente la stessa!”.

Indicativi anche i titoli delle singole composizioni, ad esempio la quarta: “Esiste un brano molto noto che è Down by the river side – riprende D’Alisera – traducibile con Giù verso il fiume. È così che, pensando al mio pezzo che scende giù verso il ritmo, l’ho intitolato Down by the rhythm side”.

In coda arriva invece il vibrafono di Andrea Biondi, che colpisce come “una bella sorpresa e si amalgama perfettamente con il suono del baritono”, scrive Greg Osby nelle note di copertina. Trisonic è dunque un lavoro ben riuscito, in cui il solista sfrutta a fondo la sua libertà: “Con un trio puoi scavare nella tua immaginazione – aggiunge – ma devi anche essere cosciente del rischio che comporta. Ogni suono risulta molto esposto, nudo all’ascolto, bisogna saper comunicare con chiarezza agli altri musicisti la direzione che stai cercando durante l’improvvisazione. Se perdi la rotta la musica diventa fumosa, indefinita. Se invece questa alchimia regge, si ha la sensazione che al trio non manchi nulla. Questo è il mio ambizioso obiettivo, questo è Trisonic”.

Ed ecco che fluidità è proprio la parola chiave dell’album. “Partiamo dal contrabbasso – conclude Fabrizio -. Grazie a Pietro abbiamo sia il drive, elemento principale per chi suona questo strumento, sia il senso armonico. Non è da meno il batterista. Con Andrea suono da diverso tempo, c’è un’intesa musicale impagabile, adoro il suo equilibrio, l’essere sia elegante che massiccio”. E del resto solo una ritmica coesa può supportare il fraseggio di un leader come D’Alisera che dimostra di avere una grande padronanza dello strumento.

Evidente, infine, è il doppio omaggio di D’Alisera: Sonny Rollins da una parte e Mark Turner e il suo trio, Fly, dall’altra. ‘Trisonic’ è in distribuzione nazionale nei migliori negozi di dischi, ordinabile online e disponibile su Spotify.

Tracklist:

Tribalogic
Boppin’ in Kingston town
A cloudy morning tale
Down by the rhythm side
Bianca’s waltz
Wobblin’ around
Mysterious voyage
Nuoto libero
Ask me now